Giorni fa vi ho parlato di un libro che aspettavo con una certa ansia parlandovi di libertà. Si trattava di Il tuo corpo adesso è un'isola di Paola Predicatori, disponibile ormai in tutti gli scaffali delle librerie e online ad un prezzo molto accessibile. Grazie alla gentile casa editrice sono riuscita a leggerlo in anteprima ed ecco che entusiasta ve ne parlo.
Titolo: Il tuo corpo adesso è un'isola
Autore: Paola Predicatori
Editore: Rizzoli
Prezzo: 6,99 € ebook, 13,60 € cartaceo
Pagine: 248
Autore: Paola Predicatori
Editore: Rizzoli
Prezzo: 6,99 € ebook, 13,60 € cartaceo
Pagine: 248
Trama: Ascanio è stanco. Dei suoi amici, dei suoi genitori, di tutto, eppure vuole che nulla cambi e l’atteggiamento di indifferenza che offre a quanti lo circondano è l’unico modo che conosce per continuare a cullarsi giorno dopo giorno in un presente sempre uguale. Quando però a scuola conosce Adele, i ricordi tornano e minacciano il suo piccolo mondo tranquillo mandando in pezzi la facciata che si è costruito e che lo protegge. Sarà proprio lei a insegnargli il valore di una libertà assoluta che a poco a poco lo spinge lontano dagli altri e dai vincoli della famiglia. E poi c’è Jacopo, il fratello il cui ricordo ogni volta lo conduce verso quella parte di sé intrappolata nella memoria e mai vissuta completamente. Infine, quando tutto diventa troppo difficile da comprendere e la libertà diventa un bisogno insopprimibile, Ascanio fugge. Alla ricerca di un’isola.
Autore: Paola Predicatori è nata nelle Marche e ora vive a Milano. Lavora nel mondo dell'editoria; dopo il suo romanzo d'esordio, Il mio inverno a Zerolandia, ritorna tra gli scaffali con Il tuo corpo adesso è un'isola.
Vivevamo di giorno in giorno come se gli anni fossero circolari e il ritorno dell'estate o dell'autunno come un'evidentissima prova che tutto sarebbe stato com'era.
Questo libro inizia così, con una citazione di Alice McDermott, una cosa difficile come l'amore.
Libro piacevole,scritto in modo semplice e comprensibile, l'ho letteralmente divorato in un paio di giorni.
La Scrittrice con garbo ci trasporta nella vita di Ascanio, adolescente inquieto, stanco della solita routine, dei soliti amici, ma attento a non voler cambiare niente di quello che era il suo mondo.
Un incontro, anzi due, cambieranno la sua vita, lo costringeranno a guardarsi dentro, faranno nascere in lui il desiderio di sfuggire alla sua realtà vuota fatta di accondiscendenza e di solitudine interiore.
Un ricordo suscita l'incontro con Adele.
Il ricordo di un fratello fragile, non completamente accettato da lui ma importante, amato da morire, anche se tutto ciò viene capito solo quando ormai di lui è rimasto appunto solo un ricordo.
Solo gradatamente nel tempo Ascanio capirà come aver conosciuto Adele e come aver conosciuto Siro, siano stati determinanti per il suo ritrovarsi e rinascere.
Proseguendo nella lettura sicuramente vi capiterà di riconoscervi in lui o in uno dei suoi amici,
vi ritroverete inconsapevolmente a vivere i suoi turbamenti, sarete trascinati in quel turbinio di inquietudini tipici dell'adolescenza, così bella, così unica, ma anche così devastante emotivamente.
Il tutto in una chiave di lettura serena e distensiva, parole scorrevoli e leggere, ma nello stesso momento molto riflessive.
Nel libro in due pagine diverse sono rimasta un po', passatemi il termine turbata, la scrittrice parla di commesso e commessa in chiave scolastica, quando in realtà non ho mai sentito questo termine, ma più collaboratori scolastici mi sembra più usuale.
Il libro mi ha suscitato talmente tante emozioni e ricordi che la fine mi ha lasciato dell'amaro in bocca; avrei sicuramente preferito un altro finale, qualcosa di diverso.. Avrei voluto sentire e visualizzare un Ascanio libero nelle sue scelte, un Ascanio protagonista della sua vita e non solo uno spettatore.. un Ascanio diverso, non un giramondo alla ricerca di un qualcosa che forse in realtà ha già trovato..
Una frase mi piacerebbe sussurrargli.. guarda oltre ciò che vedi.
Spero di leggere presto altri libri di questa autrice, era da tanto che un libro non mi faceva riflettere cosi'.
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