Il canto del ribelle. Recensione.

sabato 17 ottobre 2015
Buongiorno amici de Il mondo di sopra, oggi parliamo del nuovo libro della Garzanti, ovvero Il canto del ribelle dove troviamo quasi (o forse no?) una chiusura di un cerchio runico. Vediamo la presentazione.

Titolo: Il canto del ribelle
Autore: Joanne Harris (Traduzione di: Laura Grandi)
Serie: Runemarks #3
Edito da: Garzanti
Prezzo: 16,90 €
Genere: Fantasy
Pagine: 319

Come avete notato, questa volta non vi sto lasciando la sinossi del libro ,in quanto prima della recensione, voglio fare un passo indietro insieme a voi e arrivare nel 2013-2014 dove l'autrice ci porta nella mitologia norrena con i suoi libri grazie alla serie Runemarks

Sto parlando di Joanne Harris in Le parole segrete e Le parole di Luce. 


  Una runa impressa sulla pelle, due ragazze unite da un segreto, un legame più forte del destino.






Già in questi primi due libri, l'autrice ci rivela il suo personaggio preferito della mitologia norrena, ovvero l'amatissimo e odiatissimo Loki.

Ne le parole segrete troviamo un Odino diverso ambientato nel mondo dopo il Regnarock, secondo la profezia dell'Edda per cui dai figli degli dei rinascerà il mondo.

“Sembrava una lettera o un sigillo e, a volte, luccicava debolmente nel buio, o bruciava come se qualcosa di caldo fosse stato premuto su quel punto. Stava bruciando ora, vide. Lo faceva spesso quando il Popolo Divino era vicino: come se qualcosa dentro di lei fosse inquieto e prudesse per liberarsi.”

E' un Odino che aiuta la ragazza nonostante nel villaggio sia proibito l'utilizzo della magia, un Odino "uomo" che coerente al suo spirito di sacrificio è disposto a tutto per la sua stirpe.

Ne Le parole di luce  troviamo il secondo della serie Runemarks dove la vera identità di Maddy, la protagonista del primo libro, e degli altri Dei è stata svelata e Odino, il padre degli Dei è caduto nelle grinfie di Hel, il mondo dei Morti.

Qui l'autrice sbizzarrisce la sua voglia di scrivere e di parlarci della mitologia norrena, facendoci sognare divinità in veste quasi umana ricchi dei problemi quotidiani della vita oltre alle guerre epiche della loro mitologia.

In entrambi i libri troviamo un Loki diverso da ciò che la storia ci ha sempre raccontato.

Dal modo di scrivere dall'autrice si nota sin da subito chi è il suo prediletto fino ad arrivare quindi a Il canto del Ribelle dove Loki appare nella sua totalità.


Ed ecco che siamo arrivati, dopo il passo indietro, al punto centrale dell'articolo. Ovvero la recensione de Il canto del ribelle. 

Qui troviamo un Loki spumeggiante, (che non c'entra nulla con the mask, non lasciatevi ingannare dalla parola "spumeggiante"), un Loki che prende in mano il libro e travolge l'Edda completamente a suo favore. 

Troviamo una sorta di rivincita per il Dio che è sempre stato visto come un antagonista da lasciar perdere. Il protagonista prende in mano tutta la storia e la rivoluziona. 

L'autrice ci porta quindi a comporre pagina dopo pagina, una sorta di chiacchierata con la stessa divinità che ci racconta la sua versione dei fatti. Troviamo un Loki che giustifica tutto ciò che ha combinato, quasi le sue "marachelle" siano dovute semplicemente alla sua origine. 

Trovo questa conclusione (o forse no) della serie runemark perfetta; in quanto lo stile dell'autrice è sempre quello frizzante, magico che trasporta il lettore nella mitologia in maniera leggera, ma comunque sorprendente. 

Leggere questo libro quindi non porta il lettore a strabuzzare gli occhi per la libertà che l'autrice si prende verso la mitologia norrena, anzi rende le divinità quasi vivi e ci sorprende il sorriso che spesso ci capita di fare pagina dopo pagina.

E' un libro divertente, un libro diverso che ci cattura e che finalmente dà spazio ad una divinità che si è sempre sentita messa da parte.. e per chi come me tifa Loki sia nei film, che nella stessa mitologia dell'Edda è una rivincita ed un punto di orgoglio.

La scrittura è piacevole, frizzante, moderna, divertente, è una scrittura di un Loki di oggi..

E' un libro da prendere come la fine quasi di una trilogia, di un semplice fantasy e non come un offesa nei confronti della mitologia norrena per le libertà che l'autrice si prende. Anzi come detto precedentemente incoraggia e riempie i vuoti in maniera sorprendente. 

Consiglio questo libro a grandi e un poco meno grandi, a chi ha voglia di vedere un "antieroe" in maniera diversa, a chi ha sempre avuto un debole per la mitologia norrena, a chi si lascia andare con un libro, a chi le divinità norrene li conosce solo con i film della Marvel, a chi ha una veduta aperta, a chi l'Edda l'ha letto davvero, a chi del modo di scrivere dell'autrice se ne sempre innamorato.





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