Tutto l'amore smarrito. Recensione

sabato 10 ottobre 2015
Buongiorno amici de Il mondo di sopra, lo so ultimamente mi sono fermata a parlarvi di libri che riguardano l'amore.. La volta precedente abbiamo analizzato Prometto di Sbagliare, un libro strano, diverso che tocca l'amore in tutte le sue forme e trovate la recensione in questo click e oggi sempre della Garzanti analizzeremo un altro libro sull'amore, quello profondo, quello intenso..


Titolo: Tutto l’amore smarrito
Autore: Antonella Frontani
Prezzo di copertina: 14,90 €
Pagine: 180
Editore: Garzanti

Sinossi:

Per Adele, con il suo lavoro da giornalista in cui non si sente realizzata e tanti sogni lasciati in un cassetto, l’unica ragione di vita è Amata, sua figlia. Ogni gesto, ogni pensiero di Adele è per lei, nei suoi giorni che scorrono sempre uguali. Fino a quando non conosce Pietro, e il suo silenzio che non riesce a trovare una voce. Pietro è sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen e porta ancora dentro il gelo di quel tempo lontano. Adele deve solo intervistarlo, ma ci sono incontri che cambiano la vita per sempre. Adele è la sola che può aiutare Pietro a fare pace con sé stesso. Perché riconoscono l’uno nell’altro un dolore che parla di un amore impossibile, che non ha avuto la forza di battere il destino. Ma quando il passato torna con la sua forza dirompente, c’è solo una strada da percorrere, quella della verità. Ad ogni costo.



Gli argomenti trattati in questo libro, sono argomenti che tengo custoditi nel cuore in quanto mi toccano molto e quando un autore, specie con il suo primo romanzo tocca argomenti così delicati a volte mi rendo conto di essere critica e di non trovare quella sensibilità che con argomenti come l'olocausto, ci vorrebbero. 

Tuttavia in questo romanzo l'autrice crea qualcosa di bello, bestiale e nonostante tutto delicato allo stesso tempo. Ma andiamo con ordine..

Tra le pagine di questo libro troviamo una madre, Adele. Una madre che ha messo da parte la vita stessa per occuparsi della figlia, una madre che fa la giornalista anche se vorrebbe altro, vorrebbe vivere, ma non può perchè è madre e ha una figlia che ama, una figlia con bisogni particolari.

Andando avanti con le pagine troviamo Pietro, un uomo ormai di una certa età che ha paura ancora della vita stessa, in quanto il passato che ha vissuto nei campi di concentramento fa male da morire e non riesce a vivere. Incubi su incubi, paure che si manifestano, gli orrori che ha vissuto hanno fatto di lui un corpo senz'anima.

All'inizio del libro è come trovarsi in una sorta di finestra su questi due mondi cosi diversi, da una parte troviamo la madre con la sua bambina, e dall'altra parte l'uomo con le sue paure. L'autrice ci mostra in questa finestra le vite quotidiane dei personaggi, senza lasciarli mai incontrare.

Ci troviamo quindi a cominciare ad amare e a soffrire con loro, ci troviamo ad influenzare il nostro stesso pensiero leggendo passo dopo passo la vita che scorre di queste persone.

Tuttavia ad un tratto l'autrice ci blocca e se prima i personaggi viaggiavano in binari paralleli, ora li troviamo sullo stesso binario, le loro vite si intrecciano e si percorrono insieme.

Con questo libro l'autrice ci accompagna in un percorso di evoluzione, dove la sofferenza, il dolore di Adele e di Pietro si completano, quasi come se l'uno sostenesse l'altro. E' come trovarsi tra il bianco e il nero, tra lo ying e lo yang, si completano.

Il dolore, le paure che l'autrice ci fa percorrere ci portano pagina dopo pagina verso la libertà, verso l'amore verso quasi il trovarsi e il trovare un barlume di luce in mezzo l'oscurità.

E' un libro che non lo avrei mai detto, ma lascia il segno. La copertina e la sinossi rispecchiano troppo poco quello che in realtà questo libro racchiude. E' prepotente, delicato, è un vortice di sentimenti che ti prendono dentro e ti lascia senza fiato.

E' un libro che volendo si lascia leggere in una giornata visto le poche pagine, tuttavia consiglio di leggere questo libro un po' per volta, per trovarsi con Adele in quei momenti che sembrano non finire mai e per capire quelle paure che Pietro si porta dentro.

Consiglio questo libro a chi ama l'amore in tutte le sue forme, a chi nel buio ha bisogno di una luce, a chi a volte ha avuto o ha bisogno dell'altro per ritrovarsi, a chi si cerca e a chi combatte nonostante tutto, a chi la vita quotidiana sembra non finire mai. Consiglio questo libro a chi come me ama i titoli che sforna questa casa editrice.







2 commenti on "Tutto l'amore smarrito. Recensione"
  1. Avevo già visto la segnalazione di questo libro sulla tua pagina e già dalle parole che gli avevi scritto si capiva come questo argomento ti toccasse. Le tue recensioni mi piacciono perchè non sono delle sintesi sulla trama, ma perchè parli dei sentimenti che ti suscitano. Credo che lo prenderò volentieri. Grazie mille!

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  2. Ciao!!! Complimenti per il blog!!! E soprattutto per le tue recensioni=D Mi sono appena iscritta come lettrice fissa, ti aspetto sul mio =D

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