Buongiorno cari amici lettori, eccoci finalmente davanti al maestoso weekend, uno di quelli che dovrebbe dare il via a coccole e riposo, invece.. ebbene sì.. mi ritrovo tra pioggia e scatoloni da finire, perchè qui nel mondo di sopra lo spazio non ci basta più e abbiamo deciso (ahimè a malincuore) di spostarci in una casa nuova...non vi nego che dopo diversi anni che ormai mi trovo qui nella mia casetta, chiudere tutto negli scatoloni è davvero difficile e non sta scappando qualche lacrima.
Bando alle ciance però e lasciamo stare le lacrimucce, oggi con orgoglio e grazie alla Dunwich Edizioni vi porto nel mondo la tappa di questo horror blogtour con la recensione di Brew.. ragazzi, dico sul serio, dormirete con la luce accesa!
Leggere questo libro mi ha ricordato un po' un film visto tempo fa sul divano insieme a mio marito, Se non sbaglio si chiamava la notte del giudizio, dove per una notte ognuno poteva far come voleva senza esser giudicato, quindi via alle violenze, agli omicidi, se per un anno si era sopportato un vicino sgradevole, in quella notte potevi tranquillamente farlo fuori, senza pensare alle conseguenze che non
ci sarebbero comunque state.
Ecco Brew è esattamente questo, è un libro che sin dalle prime pagine ti porta ad aver a che fare con quell'adrenalina che a volte ci manca, ci porta a leggere anche a notte inoltrata senza poi pensare che il giorno dopo, o meglio, qualche ora dopo, si ha il dovere - ahimè - di andare a lavorare.
Già dal prologo l'autore ci trascina in un vortice di curiosità, l'ansia comincia a salire pensando ok, posso farcela, e l'unico pensiero in testa che vacilla è ma che diavolo sta succedendo? Rendendoci conto che siamo già in trappola, siamo già nella storia.
Il fulcro della storia inizia con il classico sabato sera, uno di quelli che aspetti per passare ore di divertimento assoluto, lasciando a casa i problemi e tutto ciò che durante la settimana è fonte di stress. Si è sempre alla stessa storia, le donne che si fanno belle, nonostante la sicurezza che vada a puttane e gli uomini che in testa hanno solo una cosa, insomma la routine del classico sabato sera.
E cosa c'è di meglio che festeggiare con una birra? Una di quelle birre fresche, ghiacciate che scendono veloci nella gola?
Ma se è quella stessa birra che ti manda poi fuori di testa? Riga dopo riga ecco quindi che il classico sabato sera che ci si aspetta diventa qualcosa di unico, di violento, di forte, dove l'uno si uccide con l'altro, dove è l'istinto quello più crudo a comandare, dove è il brivido dell'animale, del mostro insito nell'uomo a comandare.
Pagina dopo pagina troviamo uomini che se il giorno prima erano sotto controllo con i loro istinti, ora si danno alla follia, distruggendo ogni cosa e ogni essere. Uomini che ammazzano e violentano, uomini e donne che fanno male, uomini che distruggono solo per il gusto di farlo.
Tuttavia credere che Brew sia solo un elenco di violenze gratuite è fortemente sbagliato, in quanto la scrittura così sarcastica, evocativa dell'autore può essere vista come una sorta di cruda poesia che non ci farà vomitare la cena, ma ci farà saltare ogni pasto possibile perchè rimarremmo curiosi a leggere il passo successivo.
Avremo il bisogno di capire, di sapere
Pagina dopo pagina quindi daremo il via alla notte più cruda, alla violenza mai letta e al bisogno ostinato di sopravvivere.
E se l'ambientazione intorno non basta, l'autore ci porta a conoscere uno spacciatore di classe e una nuova fidanzata (o scopamica) che così completi e realistici nella scrittura, ci sembreranno veri.
Ogni personaggio descritto che fa comunque da contorno ai personaggi principali, ha comunque un suo dettaglio, una sua personalità ricca che non frena la storia, ma al contrario la completa portandoci quindi davanti ad un film e non ad un libro.
Se ad un tratto ci ricorda la notte del giudizio, dall'altra ci troveremo davanti a z nation, perchè l'ambientazione e i dettagli così ricchi insieme alla scrittura ci porteranno a immaginare ogni dettaglio e a non dormire poi di notte, sperando e pensando di non trovarsi mai davanti a droghe del genere.
Lei voleva vivere. Vivere davvero.
Ecco quindi che ci troviamo di fronte alla folle corsa verso la sopravvivenza, verso quell'adrenalina che ti ricorda che l'importante adesso è vivere, me o te , questo è il mantra che percorreremo fino alla fine delle pagine, perchè riga dopo riga in quel libro troveremo noi, perchè quel libro saremo noi.
Leggerlo è come trovare dopo qualche pagina, la mano dell'autore tesa che ci trascina verso l'interno nella pazza e assurda corsa dei protagonisti verso la sopravvivenza.
Ci troveremo dietro quelle porte, il brivido sulla nostra pelle scatterà ad ogni rumore in casa e credetemi i gatti di rumori ne fanno tanti.
L'attenzione non scende mai di livello, il ritmo è incalzante, a fine lettura di questa cruda poesia ci troveremo senza fiato, perchè quella folle corsa l'abbiamo fatta anche noi. Ricco di mistero e suspense divoreremo le pagine, divoreremo ogni violenza descritta per sapere se troveremo alla parola fine quel lieto fine tanto atteso, quella cura che porterà di nuovo il mondo alla sua bontà.
In ogni uomo o donna si nasconde un orribile mostro.
Ma quanto può essere folle la violenza descritta? L'autore non è solo uno scrittore, è un regista mancato, è un pazzo, un folle che ha fatto della sua follia una ricca e perversa genialità. Ogni parola mette i brividi, ogni parola ci affascina ed io sono completamente innamorata della sua follia.
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