e bentornati in questo spazio de Il mondo di sopra. Oggi lo so è giovedì, ma questa volta non ci soffermeremo sull'appuntamento con la strega, ma ho bisogno di parlarvi di ciò che ieri un caro editorialista ha deciso di mettere in pubblica piazza: il caso di Elena Ferrante.
Elena Ferrante, donna che nel 2016 è divenuta la strega dell'inquisitore Claudio Gatti. Il nome Elena Ferrante è uno pseudonimo, per l'autrice della serie L'amica Geniale, dalla scrittura evocativa e dettagliata. Oltre alla trilogia dell'amica geniale troviamo in libreria anche altri romanzi, tra cui la Frantumaglia dove la scrittrice si mette a nudo, lasciando interviste e testimonianze di sè.
Tuttavia per Claudio Gatti, editorialista de Il sole 24 ore, tutto questo non basta. Elena Ferrante, diventa per quest'uomo il tarlo da stanare, diventa la donna nel fuoco, diventa la donna da scovare e spogliare in tutta la piazza. Permettetemi il paragone, ma questa ossessione mi ricorda molto la scena di Frollo ed Esmeralda, ossessionato lui e libera lei. Nel Gobbo di Notre Dame de Paris, il nostro ministro della giustizia è ossessionato dalla cattura di Esmeralda, per l'amore violento che prova nei suoi confronti. Claudio Gatti diventa quindi il Frollo dei giorni nostri che fino alla fine, cattura la nostra Elena Ferrante, mostrando al mondo una minuziosa inchiesta, fatta con dettagli particolarissimi scovati dai libri contabili della casa editrice Edizioni E/O, per poi scovare, sempre con indagini minuziose e provocatorie, i dettagli dei pagamenti e degli acquisti fatti di colei che diventa quindi Elena Ferrante, ovvero la traduttrice freelance Anita Raja, moglie dell'autore Domenico Starnone.
Ma c'era davvero bisogno di tutto questo? C'era davvero il bisogno di mettere a nudo tutto quanto, solo per un capriccio di quest'uomo? C'era davvero il bisogno di spargere le vesti in pubblica piazza solo per dare al pubblico qualche minuto di curiosità orgasmica?
Come se poi i lettori ne avessero davvero bisogno, come se poi la gente non comprasse i libri di Elena Ferrante, ma ne cercasse prima l'autrice vera. Ecco, allora caro Gatti, ora che hai buttato al mondo la tua verità, per qualche minuto di notorietà, pensi davvero che sia cambiato qualcosa? E se invece anche stavolta è solo un errore?
Ricordo che per legge un autore, uomo o donna che sia, ha il diritto di poter pubblicare sia con il proprio nome, sia con uno pseudonimo senza dover mai giustificarsi della scelta fatta. Un uomo non ha il diritto di giudicare un autrice per ciò che è, ma ha solo il diritto di leggere i romanzi creati dall'autrice stessa, senza dover per forza irrompere nella vita di quest'ultima.
L'opera creata si deve quindi apprezzare per il contenuto, l'originalità della trama, i dettagli della scrittura, dell'ambientazione descritta e non su chi si nasconde dietro una maschera, perché nessuno ha il diritto di togliere quella maschera che si è deciso di indossare.
Sono davvero sdegnata di come al mondo, tutt'ora, ci si senta in diritto di giudicare qualsiasi cosa, ci si senta in diritto di mettere alla gogna chiunque per chissà quale perversa ossessione. Abbiamo dimenticato ciò che la chiesa fece secoli fa, accusando di stregoneria donne, uomini e bambini, mettendo al rogo e torturando fisicamente e psicologicamente capri espiatori, ebbene il caso di Elena Ferrante diventa il nuovo caso di stregoneria. Una donna viene additata solo perché ha deciso di indossare la maschera dell'anonimato.
Ma il "signor" Gatti ne aveva davvero bisogno di creare tutto questo? Aveva davvero il bisogno di sminuzzare la vita di un'autrice per togliergli solo la maschera? Siamo cresciuti con film e cartoni dove ogni eroe indossa una maschera per nascondere la propria identità, Superman aveva Lex Lutor, Batman aveva Joker, Spiderman aveva diversi nemici che erano ossessionati dall'idea di sapere la sua identità e la nostra Elena Ferrante ha il suo Gatti.
I libri sono fatti per essere letti, per essere amati per quello che sono, non per chi c'è dietro.
Canzone sicuramente che ha ispirato Claudio Gatti:
Sono davvero senza parole Emy mi hai fatto soffermare su qualcosa che davvero mi lascia senza parole ma se io sono senza parola quoto ciascuna delle tue!
RispondiEliminaPare che al giorno d'oggi non sia più possibile vivere nell'anonimato, mantenere un velo di mistero intorno a qualcosa o qualcuno. Vero, non c'era bisogno di rivelare un segreto, di togliere un altro pizzico di magia alla realtà quotidiana. Ora che succede? Sapere che dietro Elena Ferrante c'è una persona già inserita nel giro dell'editoria cambia la qualità dei suoi libri? Perderà lettori? Ne acquisterà di nuovi? Non lo so, ma bisogna per forza rivelare sempre tutto?
RispondiEliminaÈ vero che quando troviamo un autore che ci piace cerchiamo tutti i suoi libri, ma se fossero tutti anonimi sarebbero meno belli?
Parole sagge: nessun individuo può permettersi di giudicare colui o colei che ha scritto un libro, bensì il libro stesso...
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