Ci sono stati momenti nella mia vita dove ho detto "basta" dove ho detto "stavolta non riesco ad andare avanti", eppure in un modo o in un altro sono riuscita ad alzarmi e a non smettere di lottare. Sono stata lontano parecchio tempo dal blog, sono stata lontano parecchio tempo da tutto. Ho evitato di rispondere alle chiamate, ho evitato di rispondere ai messaggi, questa volta mi sono detta ancora una volta che andare avanti sembrava impossibile. Questa volta non c'era nessuno a salvarmi, questa volta la mia me sembrava avermi abbandonato per sempre. Questa volta c'è stato solo il buio.
E' stato difficile trovare quel punto di rottura, quel piccolo granello di polvere per farmi sentire ancora viva.
Fare un elenco di cosa mi è successo in questo periodo è come affondare la lama in una ferita già aperta, ma dicono che non bisogna tenersi tutto dentro...dicono.
Non so se sarete di nuovo disposti a leggermi, non so se qualcuno dall'altra parte dello schermo si prenderà la briga di ascoltarmi ancora, ma io ci provo, ci provo per me, ci provo perché ho voglia di risorgere da quelle stesse ceneri che mi hanno soffocato, ho voglia di rinascere come l'araba fenice. Ci abbiamo provato, nonostante tutte le difficoltà, ho provato anch'io la fecondazione assistita, ho provato anch'io quel tentativo di sentirmi "normale", nonostante le difficoltà economiche, nonostante la malattia che ogni giorno mi mangia dentro, ho provato per una e ultima volta a sentirmi semplicemente una ragazza, una madre. Come un cappone da riempire mi sono dopata di ormoni, di siringhe sottocute, mi sono sentita un bianconiglio mentre fissavo l'orologio in attesa dell'ora agognata per la terapia. Mi sono sentita un po' Alice nel paese delle meraviglie quando dopo innumerevoli ecografie e monitoraggi mi hanno detto "è pronta, può fare il prelievo". Mi sono spogliata, mi sono trovata nuda in uno stanzone freddo, mi sono vergognata delle mie nudità e delle mie cicatrici sul corpo. Mi sono sentita a disagio quando, tolti gli occhiali da vista, vedevo ormai tutto sfocato e come un animale in gabbia, cercavo tentennando le mie lenti che simboleggiavano allora e adesso la mia stessa aria. Mi sono sentita un numero quando in quello stanzone eravamo tutte lì, una ventina di donne selezionate, differenziate tra chi il primo livello doveva ancora superarlo e chi invece aveva già sorpassato quell'ostacolo. Mi sono sentita invidiosa e ho sussurrato a me stessa "anch'io poi voglio trovarmi in quel letto a trattenere la pipì", ma in quel letto io non ci sono mai arrivata. Quando l'infermiera sorridendo ( o almeno così sembrava) mi ha detto che era ora di andare, mi sono sentita impaurita. Non ero pronta, il cuore batteva troppo forte, avevo bisogno di attendere ancora un attimo, di sentirmi, di capirmi. Mi hanno fatto sdraiare sul lettino della sala operatoria e lì cercando di non cadere, visto la mia miopia e l'astigmatismo (ve l'ho detto sono ciecata) a gambe all'aria ho atteso l'anestesista. L'avevo già vista, mi aveva già chiesto le solite frasi di routine, ma quando ha sentito che sono affetta dal morbo di Crohn, mi ha dato fastidio la sua frase "poverina". Non mi interessa far pena a qualcuno, non mi servono i poverina, non mi serve sentirmi ancora di più una malata, e al mio "già" amaro penso che l'abbia capito. Dopo l'operazione durata nemmeno venti minuti, ho atteso. Nonostante i vari tentativi dell'infermiera a farmi dormire, ho atteso sveglia come non mai il bisogno di sapere quante uova erano state portate via a questa gallina, quante uova erano pronte ad essere mature. L'unica nota positiva è stata la carezza della dottoressa quando mi ha dato la risposta alla mia domanda. "Mi dispiace solo uno". Per giorni ho riposto tutte le mie speranze in quell'unico ovetto, in quell'unico ovocita. Ho scritto lettere incitando il guerriero a combattere, a fecondarsi, incitando la mia me a sentirsi già pronta. Ho sfogliato a lavoro i libri sulla gravidanza, ero pronta già a comprarli tutti per capire come si può essere una brava madre. Per due giorni tutto il mio mondo è rimasto in attesa, accarezzavo già il mio ventre pronta ad affrontare lo step successivo. Al secondo giorno io ero pronta, al secondo giorno io non mi sentivo più difettosa. "Se non ti chiamiamo dopo due giorni vuol dire che devi presentarti in sala operatoria". E' normale sentirsi illusi non trovate? E' normale sentire il seme della speranza incollarsi, radicarsi, diventare parte di te , peccato che al secondo giorno mi è crollato tutto, peccato che per telefono mi è stato comunicato che il mio uovo, non si sa come, non si era fecondato, che ci avevano provato ma senza risultato. Mi sono sentita morta, mi sono sentita tagliata a metà. Ci ho messo tanta forza per rispondere, per dire quell'ok grazie lo stesso. Ho visto la mia faccia deformarsi, non ho mai pianto così tanto. In quell'attimo ho perso tutto. Tutto ciò in cui credevo, tutta quella forza che avevo, in quell'attimo ho odiato il mio corpo, mi sono sentita fallita. In quell'attimo mi sono spenta. A niente sono serviti gli abbracci di mio marito, a nulla sono servite le parole di conforto dei parenti più stretti, a niente sono serviti i messaggi di incoraggiamento. Da quel giorno le mie ore sono state buie. Svuotata sopravvivevo a lavoro, svuotata sopravvivevo a quell'incubo. Dopo una settimana ho iniziato a prendere il sonnifero per dormire la notte, per drogarmi e non sentire più la voce dei miei pensieri. Non ho festeggiato il natale, non ho festeggiato il capodanno. Il mio albero è rimasto completamente vuoto come lo ero io. E' lì che la mia malattia si è svegliata ed è andata sempre peggio. E' lì che ho avuto di nuovo la paura dell'ennesima operazione all'intestino, nel togliere la parte malata, pezzo per pezzo. Mi sono sentita sola. Mi sento sola. Non ho smesso con i sonniferi, non ho smesso con gli antidolorifici che non mi fanno sentire quel dolore dentro alle viscere, non ho smesso con i pianti per il vuoto che ho dentro, non ho smesso con nulla, eppure come l'araba fenice sto rinascendo. In un certo senso ho accettato questa ferita sanguinare, in un certo senso l'ho fatta parte di me con rabbia. Dicono che per elaborare un lutto si debba passare per diverse fasi; fase della negazione, fase della rabbia, contrattazione, depressione ed infine quella tanto sperata accettazione. Io ci sono passata in tutte travolta da ogni tipo di emozione. Le ho affrontate sperando io stessa di morire, di non farcela e smettere anche solo di respirare. "Sono una difettosa, sono nata sotto una cattiva stella e non c'è nulla che io possa fare per andare a genio al mio di fato". Sono queste le frasi che mi hanno riempito in quelle ore, frasi che vortici giravano nella mia testa. Dicono che per diventare una sciamana si debba affrontare i propri demoni ed essere pronti ad accogliere tutte le altre malattie degli altri, perché gli altri hanno bisogno di guarire. Si gli altri. Sono diventata egoista, ho odiato i post sui social delle persone che parlavano e si lamentavano di ogni cosa e di quelli stessi che felici aggiungevano i loro acquisti e le loro meraviglie. Si perché quel tentativo io l'ho pagato, quelle terapie io le ho pagate tutte, era in dovere quella cattiva stella a darmi ciò che chiedevo. Ciò nonostante questo boccone amaro l'ho ingoiato e mandato giù senza nessuna zolletta di zucchero dopo.
Scrivo questo post perché ho di nuovo bisogno di respirare, di riprendermi in mano la mia vita. Come l'araba fenice io ho bisogno di rinascere. Sopravvivere ancora nel buio sarebbe facile. Brancolare lì lasciandosi scivolare tutto addosso, non avere più voglia di sorridere ed essere arrabbiati con il mondo, facile no? Io invece ho voglia di vivere, di parlare ancora con qualcuno senza aver paura della domanda "e voi figli?" Ho voglia di non aver paura di fare una pazzia, ho voglia di dormire senza dover impasticcarmi di pastiglie, ho voglia di leggere un libro e parlarne con altri lettori.
Se mi avete letto fino a qui vuol dire che non vi siete annoiati di leggere una difettosa, che forse forse il mondo di sopra avete voglia di farlo rinascere anche voi.
Mi dispiace cara per quello che hai passato e stai passando, mi dispiace tantissimo, ma non mollare mai e per nessun motivo. Cerca di riprendere pian piano i pezzi della tua vita, inizia dalle cose più belle che hai, inizia dal mondo di sopra che è la tua casa, e pian piano riprendi in mano ogni parte della tua vita e non mollare mai! Risorgi, proprio come l'araba fenice, sii forte, sii più forte del tuo fato. Combatti e supera questo momento, questo dolore... Noi siamo sempre con te, ti siamo vicine anche attraverso un pc. Non mollare mai!
RispondiEliminaCon questo post mi hai spezzato il cuore, perché anche se non ti conosco benissimo, so che bella persona sei e non meriti tutto questo. Nessuno merita tutto questo e mi dispiace che debba viverlo proprio tu. Ti auguro con tutto il mio cuore di ritrovare la felicità di prima, ti auguro di ritrovare la positività che avevi prima e che portavi nel mondo della blogsfera e quindi nelle nostre vite con ogni tuo post.
Ti auguro di riprendere in mano la tua vita e di risorgere come l'araba fenice. Ti mando un bacione e un abbraccio grande,
Alba ♥
Cara Alba, è un piacere rileggerti. Non è stato facile scrivere questo post, avere in faccia la realtà, a volte sai si spera che sia solo un incubo eppure leggere il testo che stai scrivendo ti mette davanti alla cruda situazione, ma ti dirò mi sento un po' meglio, mi sento svuotata, mi sento pronta a respirare. Ti ringrazio per la tua benedizione, è vero nessuno dovrebbe sentirsi così, tutte coloro che lo desiderano dovrebbero avere un figlio, è un diritto di ogni donna. Spero di leggerti presto.
EliminaÈ un piacere per me essere tornata nella blogsfera :)
EliminaBeh, la scrittura è proprio questo, ci aiuta a sfogarci e tirar fuori tutte le nostre emozioni e in qualche modo ci fa sentire meglio! Continua a scrivere perché è un grandissimo aiuto.
Io continuerò a seguirti e, come ti dicevo prima, anche se so che non è facile, spero di rivedere presto la tua energia sprizzare tra le righe del tuo blog. :* ♥
Cucciola, in tutto questo periodo ho cercato di sollecarti di morale non ti ho mollato per un attimo a ogni messaggio o chiamata che ti facevo ti dicevo sempre di non abbattarti di andare avanti di tornare quella pazza eccentrica e amorevole persona di una volta. Ne hai passate tante in questi quattro mesi hai sofferto a lavoro e in privato e leggere questo post dove dici che vuoi rinascere mi rende veramente felice :*
RispondiEliminaMi sei stata davvero tanto accanto e non smetterò mai di ringraziarti nonostante i miei silenzi e la mia depressione. Tornerò vedrai.
EliminaTi aspetto tesorina anche perche abbiamo un conto in sospeso :p
Elimina<3
RispondiEliminaNon sei difettosa. Non per me.
Lo sono in realtà, sono difettosa, sono una persona con una malattia autoimmune da tanti anni dove non esiste cura, sono una persona con una riserva ovarica talmente bassa dove le mie ovaie sono più vecchie di me di troppi anni, ma sono io. Devo accettarlo ed essere serena per quello che ho, vivere per quello che ho, felice che tu ne faccia parte comunque.
EliminaBentornata =), ho letto il tuo post, mi hai fatto piangere e non capita molto spesso, non sei assolutamente difettosa, semplicemente sei speciale, hai la tua casa " Il mondo di sopra ", hai delle persone che ti sostengono e risorgerai proprio come una fenice, anzi più forte della fenice, perché se hai affrontato tutto questo sei già una fenice... Ti auguro il meglio e vedrai che pian piano la vita ti regalerà qualcosa di grande, bisogna avere un po' di pazienza e tenacia e fatelo dire tu hai tenacia da vendere !
RispondiEliminaGio
Cara Gio grazie mille per il tuo commento. In realtà mi spiace averti fatta piangere, con le mie parole non era mia intenzione emozionare così tanto, ma semplicemente buttar fuori quel buio che mi stava portando via. Si hai ragione, il mondo di sopra è la mia casa e ho bisogno di farla risorgere.
EliminaCiao tesoro. È bello leggeri, e al tempo stesso fa anche male. So che non ho modo di consolarti e che solo il tempo può farti bene...ti penso sempre. Bacio.
RispondiEliminaAnch'io cara, ma torno è una promessa.
EliminaCiao! Mi stavo giusto chiedendo come mai non fossi più così attiva nel blog e non mi aspettavo questa risposta. Non voglio dirti parole che sicuramente ti avranno già detto, ma è difficile organizzare un pensiero che non sfoci in qualcosa che sicuramente ognuno tenderà a dirti.
RispondiEliminaSpero che chiunque tu abbia attorno inizi a comprendere che quella domanda per te è una pugnalata, la gente che sa ovviamente, non gli altri. Spero che ti diano un po' di tranquillità e che tu riprenda a non sentirti difettosa. Purtroppo non ti conosco moltissimo personalmente, ma io credo che nessuno sia difettoso e sicuramente per chi ti è attorno tu sei perfetta con le tue imperfezioni. Credi in te stessa, per sentirti forte, noi lo faremo con te.
E' il senso dell'accettazione che devo ancora capire. Comprendere il mio demone, la mia imperfezione e farla mia comunque. Ho allontanato per troppo tempo la mia malattia vedendola come qualcosa all'infuori di me e ora ho provato ad allontanare quella che è una forma di sterilità vedendo anch'essa come qualcosa che non mi appartiene. Non è così. Abbraccia il buio per vedere la luce no?
EliminaCara Emy, ho appena letto, non riesco a parlare. Le tue parole mi hanno letteralmente fatto un buco nel cuore, sei così coraggiosa.. sei grande, credimi. Non ci conosciamo a fondo ma per quel poco che ho intravisto, la tua anima è fatta di luce pura e splenderà per sempre. Ogni parola che potrei mai dirti non risolverebbe niente, mi sento così impotente, posso solo abbracciarti. Attraverso questo blog, attraverso internet, spero che il mio abbraccio arrivi a te, non riesco a dire una parola e vorrei solo lo riuscisse a fare il mio cuore. Ti stringo forte Emy, il mio cuore è vicino al tuo <3
RispondiEliminaCi ho pensato a lungo, ho dovuto prendere coraggio... ma ti mando un messaggio privato e ti racconto il mio difetto. Magari ci sentiamo meno sole in due.
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