Quest'anno per la giornata della memoria, avevo deciso di rimanere in silenzio, di leggere un libro per non dimenticare mai su quale follia può e non deve viaggiare un uomo. Tuttavia la mia scelta è cambiata, quando su facebook, mi sono imbattuta su un articolo dove ragazzini postavano felici selfie su quel luogo che tutto potrebbe rievocare tranne che sorrisi e risate. Non vi posterò le foto in quest'articolo in quanto le sensazioni suscitate, si possono sintetizzare in una sola parola: vomito.
Ciò che mi ha procurato poi indignazione (e infiniti conati) sono stati i commenti di ragazzi e adulti, che giustificavano quelle azioni dicendo che quel luogo adesso non suscitava quella disperazione che tanti pensano. Come se la storia si potesse cancellare così con un colpo di spugna, come se quando ciò non viene vissuto sulla propria pelle, allora non serve stare male.
A questo punto per una volta smettiamola di pensare ai romanzi fantasy, a quelli di fantascienza o alle storie che ci fanno sognare principi tatuati e muscolosi, per una volta ricordiamoci quanto l'uomo deve fare la differenza, quanto l'uomo non può più passare il limite della follia e portarci all'inferno.
I libri non dimenticano e noi dovremmo fare altrettanto.
Venite a scoprire questo Blogtour silenzioso che ha voglia di confessare, di non lasciare andare quell'atroce follia e di non dimenticare.
Venite a scoprire questo Blogtour silenzioso che ha voglia di confessare, di non lasciare andare quell'atroce follia e di non dimenticare.
Quest'anno la giornata della memoria verrà celebrata al Quirinale con un'intervista a Aharon Appelfeld, l’ultimo testimone vivente della Shoah. Del suo recente libro Il partigiano Edmond ne parlano così:
«La lezione che ci danno queste vite dimenticate è che il senso dell’umanità non viene mai meno, nemmeno quando si impugnano le armi. La grandezza di questo libro, come nel caso di Se non ora, quando di Primo Levi, sta nel tributo offerto a quelle esistenze.»
Le Monde
«Un libro epico…»
Le Figaro
«Leggere Aharon Appelfeld è come entrare in un sogno. Lo stile è limpido, ma gli eventi hanno una profondità insondabile… Non ci sono eroi astratti, ma uomini che si chiedono che senso abbia sopravvivere. E la risposta sta nella magica solidarietà che si è creata fra loro.»
Elle
Per la Piemme vi parlo invece de La ragazza dei fiori di vetro:
Erano ormai migliaia i nomi scritti su sottili cartine da sigaretta. Una lista di oltre 2.000 nomi di bambini ebrei con accanto le identità false che li avrebbero salvati. Da quando i nazisti avevano creato il ghetto di Varsavia, Irena aveva convinto i loro genitori ad affidarglieli per nasconderli presso famiglie cattoliche o conventi in tutta la città e la campagna. A guerra finita l'archivio, come lo chiamava lei, sarebbe servito a restituire ai bambini la loro identità. Pochissime persone erano al corrente dell'esistenza di quelle liste, erano informazioni troppo pericolose da condividere.Il giorno in cui viene prelevata e condotta al quartier generale della Gestapo di Varsavia, Irena è terrorizzata. Nell'autunno del 1943, nella Polonia occupata dai nazisti, e forse in tutta Europa, non esisteva un posto più spaventoso di quello. Tutti sapevano cosa succedeva là dentro, e lei pregava di farcela a reggere alla tortura, di non tradire nessuno. Molte vite dipendevano da lei. I suoi compagni della rete clandestina, il suo amato Adam, anch'egli nella resistenza, tutti i polacchi che offrivano il loro aiuto. E soprattutto i bambini. Solo lei poteva decifrare quegli elenchi e se le fosse successo qualcosa, tutto sarebbe andato perduto
Libri invece che voglio riproporvi e che di cui vi ho già parlato lo scorso anno sono: Rosaspina della Leone Editore. Una favola cruda e dura, una favola della bella addormentata. Qui trovate il link della mia opinione sulla fiaba.
C'era una volta una fiaba che adesso non c'è più, c'era una volta il vento e delle nuvole laggiù, c'era una volta una principessa chiamata Rosaspina e c'era un principe che cantava le canzone di chi vivo non era.
La ragazza con la bicicletta rossa, un libro che ci racconta dell'orrore e di come si è fatto di tutto per sconfiggerlo.
Testimonianza di un ragazzo nel gorgo di eventi che lo sovrastano, che ha vissuto per anni soffocando sensi di colpa e sentimenti contrastanti per quel giuramento che forse lo ha salvato. Solo anni dopo, ormai artista affermato, ha scoperto che c'erano anche altri soldati con sangue ebreo tra le fila dell'esercito nazista. Perché a volte il posto migliore dove nascondersi è sotto gli occhi di tutti.
Seguite le altre tappe del Blogtour della Memoria:
Alice Rnz - click Segnalazione film “Il bambino con il pigiama a righe”
Rebecca Alessi - click L’angolo delle biografie: Primo Levi
Gaia Lettrice Florio - click Recensione del libro “Il fabbricante di giocattoli” di Liam Pieper
Sophia Reggini - click Recensione del film “Schindler’s List” e approfondimento sulla figura di Oskar Schindler
Silvia Brigo - click Nuovi libri/uscite sul Giorno della Memoria
Annalisa Dicataldo -click... Recensione “Il farmacista del ghetto di Cracovia”
Cronache di Lettrici Accanite - click... Recensione Dimmi chi sono - Julia Navarro
Federica Annie Lucente click - Poesia,approfondimento e piccolo pensiero con "C'è un paio di scarpette rosse "
Il Diario di Anna Frank è ancora oggi uno dei miei libri preferiti in assoluto...
RispondiEliminaSe la "Signora" in questione lo trova noioso é solo perché ha avuto la grande fortuna di non vivere in quell'epoca...
Secondo lei 14 anni sono pochi per leggere queste storie? Beh, forse non si rende conto che i bambini di allora, che avevano anche molto meno di 14 anni, non le leggevano... le VIVEVANO!
E non credo che trovassero questa cosa "noiose"!
Cmq... é sempre un piacere leggere i tuoi post!
Un abbraccio!