Anche i leoni da tastiera spesso lavorano in una casa editrice

lunedì 13 febbraio 2017
Lo so è quasi San Valentino e in queste giornate di preparativi di solito ci si aspetta cuoricini e cioccolato, ma in realtà nonostante il sentimento forte che provo comunque nei confronti di mio marito - e vi prego di non dirglielo - non è una festa a cui dedico davvero del tempo quindi parlarne e consigliarvi un libro.. beh ni. Alla fine, qualsiasi libro d'amore, qualsiasi poesia romantica che può farvi diventare ancora più pucciosi e carini,  penso sicuramente che possa andar bene, per come sono fatta io vanno bene anche quei libri strappa lacrime, quelli che ti prego datemi del cioccolato e fazzoletti perché devo farmi male, perché alla fine noi donne siamo fatte così, sogniamo quel vissero felici e contenti, ma in realtà abbiamo bisogno di farci male, di sentire quel dolore che ci preme nel petto. Comunque l'articolo di oggi non si basa su San Valentino, ma sui tanto miei amati leoni da tastiera, quelli che dietro lo schermo sembrano avere un enorme piedistallo sotto i piedi.
Ultimamente capita che almeno una - due volte al mese questo sito diventi il circolo delle lamentele aprendo sempre un lungo - e spero non noioso - dibattito. Se nella volta precedente davo almeno un 30% di ragione ad una casa editrice - sempre parlando in generale - stavolta invece datemi un accendino e vi creo un incendio - un secondo che accendo la sigaretta mentre vi scrivo - . 

Per motivi di privacy non dirò il nome della casa editrice in questione, ma ci tengo a sottolineare che una casa editrice è fatta di esseri umani, che per carità possono pur sbagliare, ma diventare dei leoni da tastiera è sicuramente una cosa inaccettabile. 

Come lo è lanciare il sasso e nascondere la mano, in questo caso evitare di rispondere...
Sono esattamente tre anni che il mondo di sopra è entrato nella mia vita in maniera violenta, in un momento in cui l'ossessione - perché alla fine si ammetto di essere ossessionata dai libri - per la lettura ha preso il sopravvento e ho avuto la necessità di parlarne con qualcuno, di essere capita e non solo vedere una testa annuire e basta - in questo caso quella di mio marito -. Non nego che ne sono successe di tutti i colori, tra autori, blogger e lettori vari, ma in questi anni ho imparato a conoscere l'altra parte; ad iniziare collaborazioni varie e a creare rapporti di fiducia con case editrici dove in realtà ci si incontra persone dietro a quella che può sembrare solo una vetrina; tuttavia non ho mai avuto la sensazione di sentirmi piccola come mi ci sono sentita adesso. 

Nessuno si è mai fatto grande rendendo piccola una persona 
Qui lo dico e qui non mi importa negarlo, come la maggior parte dei blog in questo mondo, il mio blog va avanti sia con acquisti fatti, sia con gli scambi con cui riesco a leggere e sia con le anteprime che una casa editrice riesce ad inviare. 
Ovviamente capita spesso che visto le continue ed estenuanti richieste dei blogger, una casa editrice dia un limite all'invio di una copia in anteprima e tendi a consigliare, ove possibile, un file digitale che come blogger si ha la possibilità o meno di accettare. 
Ammetto di non pretendere mai, non sono una di quelle che se riceve un no ne fa una strage e come lettrice tendo solo a chiedere o a comprare ciò che davvero mi interessa leggere.

Sono un accumulatrice di libri che leggo, non di ciò che fa numero

Veniamo al dunque. Visto l'anteprima interessante, ho richiesto a questa determinata casa, se ci fosse stata la possibilità di leggere quel libro in anteprima, desiderosa di svilupparne una recensione sul sito.
Per chi è blogger come me, sapete quanto a volte sia stressante aspettare una risposta, che #Natalelevatiproprio , anche un solo no mi dispiace non posso, ma che ti permetta comunque di capire come muoversi dopo, se in caso prenotare la copia in biblioteca aspettandone l'arrivo o addirittura se c'è la possibilità di acquistarla direttamente. Ma trovarmi davanti ad uno sproloquio su quanto l'utilizzo di Kindle et simila debba essere usato se si vuole lavorare professionalmente...beh capite anche voi che la mia faccia ha preso una smorfia mai vista prima.



Ribadisco che non è stato il concetto del no ad infastidirmi, anzi ci si fa il callo a capire che effettivamente una casa editrice ha un invio comunque ampio per blogger e giornalisti, ma è il concetto di definire una persona poco professionale perché non utilizza un dispositivo e il "consiglio" di comprarlo, mi ha fatto salire l'orticaria. 
A volte ( e molto spesso - contraddizione voluta - ) le case editrici tendono a dimenticare che i blog lavorano gratuitamente per pura passione su ciò che per loro è mera pubblicità. Potremmo parlare per ore su quanto sia il tempo sprecato di fronte ad uno schermo, su quanto ci si sacrifichi togliendo spazio ad altro solo per pura passione, ma questo non ne sarebbe ora luogo adatto.
Nonostante quindi le mie letture non si basino su file digitali, tendo comunque a dare e ad avere uno spazio professionale e soprattutto obiettivo, ricco di pareri onesti e che non si basino sull'ingraziarsi qualcuno ( e questo spero che si noti su tutto ciò che vi è all'interno ) partendo già da una ricerca grafica sempre consona con ciò che voglio presentarvi. 

Il fatto che poi questa casa editrice porti a sottolineare come il prezzo di un Kindle et simila sia accessibile a tutti, toglie quello che è forse il punto fermo di un individuo: ovvero l'educazione.
Penso che andare a sottolineare ad una persona che un qualcosa può essere comprato - perché tanto costa poco - non conoscendone comunque le possibilità o meno di quella determinata persona, lo trovo scorretto e inadatto. 
Alla fine sarebbe stato più corretto, se proprio, tentare di capire il come mai una persona tende a non leggere determinati file, sempre se effettivamente ci interessa e ci serve saperlo.

Problemi visivi? Capricci? Malformazioni generali? Problemi di salute? Possibilità economiche precarie? Principi caratteriali? 
Le domande possono davvero essere infinite e le risposte altrettanto, ciò non toglie che spesso sarebbe più carino mettersi nei panni dell'altro e non invece tendere a sentirsi in un gradino più alto.
In realtà il desiderio di rispondere in maniera diversa a quella email era davvero tanto, ma alla fine mi sono resa conto che essere un leone da tastiera non è da me, io non sono una di quelle che si fa forti solo perché si trova dall'altra parte di uno schermo.
Questo ufficio stampa mi ha ricordato un po' il marchese Del Grillo, quando in maniera altezzosa recitava "perché io so io e voi non siete un cazzo". Ecco estremizzate il tutto in maniera dispregiativa e capirete un po' come mi ci sono sentita io.

Ribadisco e sottolineo che per me, nonostante gli anni, la collaborazione ne rimane conclusa, perché cercare di promuovere qualcosa che in realtà ti ferisce non avrebbe senso, e mi urterebbe nel profondo.

Che questo leone abbia avuto una giornata storta per un panino cotto male, per un bagno occupato nel momento più inopportuno, per un messaggio di una fidanzata un po' troppo acida o per biglietti esauriti per una partenza in Messico dopo aver letto di una gravidanza, beh... poco me ne importa. Vige sempre, almeno per me, la regola prima di parlare - in questo caso scrivere - è sempre meglio pensare.

Una volta dicevano sii gentile con gli altri, ora sembra un fottitene comunque.

Perché l'arroganza di giudicare quando si poteva fare la cosa più adatta: rimanere in silenzio o rispondere con un no mi dispiace. Ci si sarebbe fatta più figura, non trovate?
La mia lamentela comunque finisce qui - sperando di non avervi annoiato - e come al solito sperando di riuscire forse a cambiare un po' le cose, ad essere forse considerati un po' di più rispetto a quello che facciamo.

Sempre con affetto e in questo caso senza Kindle.


9 commenti on "Anche i leoni da tastiera spesso lavorano in una casa editrice "
  1. Questi problemi li ha anche chi legge in digitale, non ho capito perché ultimamente - oltre a non mandare più cartacei - preferiscono mandare i pdf al posto degli epub. Sarà una pratica per ridurre la pirateria o che ne so, ma sinceramente il pdf mi è scomodo in millemilla modi, primo fra tutti che non posso gestirlo correttamente dall'e-reader e piuttosto che peggiorare la mia già precaria vista per leggere dal pc o dal cellullare, preferisco rinunciare all'anteprima e comprare il file/libro quando sarà disponibile.
    Ti dico solo che quando l'ho fatto presente alla CE (conta che loro l'epub/mobi lo producono comunque per la vendita) dicendo che a convertirlo la formattazione ne risentiva rendendo illeggibile il file, mi è stato risposto di convertire (col programma che già uso) il file. Per la serie "ignorami pure".

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    1. Io ammetto di esser difettosa e che quindi leggere un dispositivo può crearmi non pochi problemi e avendo provato comunque al pc e notando che mi rallenta - non poco - la lettura, credo che sia inutile far qualcosa che non mi permette poi quello per cui è nato il blog, cioè scrivere. Cosa che comunque non credo che debba interessare la casa editrice, in quanto la mia richiesta era se possibile una copia, rispondere no non posso o no, ma vuoi il file digitale? sarebbe stato sicuramente più educato invece di trattare una rappresentanza Amazon. Con le C.E. spesso sembra emergere oltre il fatto che fottesega della meritrocrazia, ma fottesega anche dei blog.

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  2. Non ho ancora nessun rapporto con le CE, ma ultimamente ho letto di diversi capitomboli e non solo con noi blogger. La persona in questione, colei che ha deciso di farsi grande e rispondere con così tanta saggezza, dovrebbe un attimo scendere dal piedistallo e capire che c'è modo e modo per rispondere ad una richiesta. Innanzitutto, non dovrebbe criticare gli strumenti di lettura altrui, visto che non siamo tutti uguali e magari una persona ha dei seri motivi dietro la propria scelta. Per non parlare del fattore economico generalizzato, senza porsi dall'altra parte e pensare che forse non tutti possono permettersi il Kindle o altri e-reader. Per non parlare del fatto che noi offriamo un servizio gratuito di pubblicità e qualcuno, invece di rispondere educatamente, preferisce farci la paternale o sbatterci la porta in faccia. Sono d'accordo con te e con la tua riflessione/sfogo, se avesse risposto con un No, ci dispiace sarebbe stato di gran lunga più educato.

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    1. "Si stava meglio prima", in ogni cosa sembra che vige questo detto e in effetti è vero, prima si stava meglio e giorno dopo giorno capisco la scelta di vari blog di allontanarsi dalle collaborazioni e dedicarsi solo alle proprie letture, senza la costrizione di case editrici da cui comunque non riceviamo nemmeno atti di modi gentili.Esatto è lì il punto scendere dal piedistallo che si ritrova e rendersi conto che poteva evitare. Bello poi è stato come il suo kindle sia comodo per viaggiare sottolineando quindi ancora una volta le sue possibilità economiche. #educazione questa sconosciuta.

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  3. Ti capisco perfettamente, sono anche io una di quelle che preferisce il cartaceo per una serie di motivi.
    Il primo punto è che ho un vecchio tablet che mi hanno regalato per la laurea cinque anni fa e nella mia zona non esiste l'ADSL - io ho una chiavetta della Vodafone con tot GB al mese per navigare con il computer e da me non esiste wifi, quindi sincronizzare i contenuti sul tablet sarebbe impossibile per me. Ci sono riuscita a volte solo andando "in prestito" del wifi di amici e parenti o del posto in cui lavoravo prima di rimanere disoccupata. Quindi dovrei leggere al computer.
    In secondo luogo, la mia vista non è eccellente e sia con gli occhiali o le lenti a contatto a fissare uno schermo mi si stancano gli occhi e perdo spesso e volentieri il segno.
    Chiaramente una volta ogni tanto lo posso fare - giusto la settimana scorsa mi è stato proposto un libro per una segnalazione e mi hanno chiesto se poi ero interessata a recensirlo, al che mi hanno mandato il PDF.
    Io non collaboro con nessuna CE, questa che mi è arrivata è stata una proposta assolutamente inaspettata e, come ho detto, una volta ogni tanto lo posso anche fare - però di norma preferisco il cartaceo per i motivi elencati sopra.
    Resta comunque il fatto che avrebbero potuto risponderti in tutt'altra maniera e sicuramente con molta più gentilezza e non quell'aria di arroganza e supponenza.

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    1. Ciò non toglie che ci sono tantissime case editrici molto carine e gentili che apprezzano il "lavoro" di una blogger, sottolineando come una recensione sia davvero bella o anche con la condivisone di un link nei propri social.. ma questa casa editrice o almeno questa parte di ufficio stampa, si è rivelata davvero arrogante e supponente come citi tu. Esatto il non conoscere l'altra parte dovrebbe portarci ad essere più gentili e comunque educati con il prossimo.. ma non è questo il caso.

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  4. Ciao è tanto che non riuscivo a passare a fare un giro da te per un saluto
    E' vero alcune case editrici si comportano come se il lavoro degli altri non valesse nulla ed hanno esigenza eccessive. Anche riguardo ai tempi richiesti.
    E' questo il motivo per cui io non collaboro con nessuna casa editrice - almeno in modo costante. Anche perchè altrimenti sarei obbligata ad occuparmi ed a recensire i libri che vogliono loro non quelli che attirano mè.
    Ci sono anche case editrici educate e gentili mai fare di tutta l'erba un fascio ma non sono tantissime :-) sfortunatamente e spesso comunque i tempi che richiedono di default per mè sono irrealizzabili
    Buon pomeriggio e migliore nuova settimana appena iniziata

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    1. Ciao Arwen è bello leggerti, come detto sopra a NotLoved in realtà è vero che molte case editrici invece sono molto gentili e apprezzano il lavoro dei vari blog, ma non è questo il caso. Ovviamente è comunque bello collaborare con gli uffici stampa, bisogna solo trovare quello giusto. Buona settimana a te :)

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  5. Rispondere con un semplice "No" sarebbe stato di gran lunga più elegante... sempre che rispondano! Impulsiva come sono, mi partiva il v... Et similia

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