Il Bambino Soldato - Recensione -

venerdì 28 luglio 2017
E mentre fuori piove e il caldo sembra scemare, ecco che iniziamo la giornata con la recensione di un libro che mi ha tenuta sveglia una notte intera, un libro che mi ha lasciato l'amaro in bocca e non mi ha fatto smettere di riflettere nemmeno nei sogni: Il bambino soldato edito da Mondadori. 


IL BAMBINO SOLDATO 

Keely Hutton 


Editore: Mondadori
Prezzo: 17,00€
Pagine: 353

Illustrazione di Keith Negley

Trama: 1989. Uganda del Nord. Ricky è poco più che un bambino quando i ribelli di Joseph Kony depredano il suo villaggio e uccidono intere famiglie sotto i suoi occhi. Nell’arco di poche ore il suo mondo viene distrutto e Ricky è condannato a divenire un bambino soldato. Per più di due anni sarà costretto a marciare nella giungla, impugnando armi e combattendo battaglie troppo sanguinose per le sue giovani mani. Eppure Ricky non perde la speranza di tornare a essere libero. 2006. Anche Samuel è un bambino soldato. Un giorno viene abbandonato dai ribelli sul campo di battaglia e può finalmente tornare a casa. Ma ferite troppo profonde hanno spento in lui la fiducia che possa esistere un futuro e un perdono per i crimini che ha commesso. Quasi vent’anni separano l’incubo di Ricky da quello di Samuel, ma i loro destini s’incontreranno, per dare voce e speranza alle migliaia di bambini rapiti in nome di una guerra atroce contro innocenti.

Le ferite esterne, se ben curate, alla fine si cicatrizzano e guariscono, ma restano sempre visibili. Spesso però non sono quelle, le ferite che uccidono. Sono le ferite invisibili a essere fatali.
Il bambino soldato è un romanzo crudo, che se ne frega e ti sbatte in faccia la realtà. E' un libro per ragazzi, eppure alla soglia ormai degli enta, mi sono sentita toccata, squarciata, aperta in due, inserendolo lì al posto del cuore in pieno petto. 

Partendo dall'inizio, è molto facile apprezzarne la copertina dai toni così vivi. L'immagine di quel bambino nascosto tra le foglie, l'immagine di quegli occhi che ci scrutano mescolati tra rabbia e paura, sembra la visione di uno dei documentari che spesso tra un canale e l'altro attraversa la tv. E' in televisione. Non ci tocca minimamente. Eppure viverlo, leggerlo, toccarlo con mano diventa un'altra cosa, ma sto divagando. Dicevo..della copertina: Si apprezzano i toni, i colori, la scritta del titolo che ci narra - anticipando - che tutto ciò che andremo a leggere è frutto di una storia vera.

Dalle prime pagine veniamo colpiti dalla nota dell'autrice, che se ne apprezza anche per averla inserito all'inizio - prima della lettura -. L'autrice sottolinea con forza e determinazione l'accurata ricerca, l'osservazione, le interviste e la minuziosità dei dettagli scritti in questa storia. L'autrice sottolinea come nonostante alcuni nomi siano inventati, tutta la storia sia frutto di testimonianza e studio e su come il ringraziamento va al ragazzo di cui scrive, che si è aperto a lei e ha raccontato quella storia che non tutti avevano il coraggio di ascoltare. 

Come dicevo all'inizio, il bambino soldato non è un libro facile, già dalle prime pagine ci si rende conto che la storia non è poi così romanzata o abbellita, l'autrice come un fiume in piena, narra velocemente tutti i fatti, non trascurando nessun dettaglio, trovandosi quindi anche in scene crude e violente, tracciandone un dettaglio superficiale per non rimanere poi traumatizzati dalla paura - che comunque si sente e si vive - 

Il dolore, la rabbia che si legge tra le pagine, nei discorsi di ogni personaggio, ci porta a correre, a voler immediatamente cambiare pagina per capire che quel lieto fine arriva, che quelle botte, quei colpi, quelle violenze finiranno e noi potremmo di nuovo ricominciare a respirare. La storia di Ricky, (che l'autrice ci presenta già nella nota) è una storia potente, è un urlo squarciato in mezzo al cielo, è la testimonianza di come un figlio, un ragazzo, diviene ed è costretto ad essere un soldato per combattere la guerra che attraversa il paese. Pagina dopo pagina notiamo come il nostro protagonista non si arrende, cerca quella luce in fondo al buio, cerca di sopravvivere a quell'esistenza dura e violenta fino ad arrivare alla fine e a realizzare quella luce in fondo al buio: quell'aiuto concreto per i bambini ex soldati.

Il libro varia tra capitoli su Ricky e capitoli su Samuel, un personaggio quest'ultimo che racchiude la storia di tutti quei bambini.

Abbiamo tutti una storia 
Ma Ricky era un ragazzo normale, aveva una famiglia, aveva il sole sulla pelle e a suo modo viveva la sua felicità, fino a quando quel giorno i soldati non gli han portato via tutto, trascinando con loro non solo la violenza della morte, ma lui e suo fratello per farli diventare anch'essi macchine da morte.

Il bambino soldato è un libro che va vissuto, che va letto, che va divorato pagina dopo pagina, è un libro che non può tacere ed è ora di gridare.  

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