Il Lunedì è sempre un po così, uno di quei giorni che sai che arriva sempre e , tuttavia, mette sempre un po' di ansia. Settembre - titolo del romanzo di cui sto per parlarvi - mi ha lasciato un po' così, come un lunedì, con l'ansia e la poca voglia di fare.
SETTEMBRE
Chiara Kiki
Trama: Può un cuore spezzato ricominciare a battere e farti sentire di nuovo viva? Un amore tormentato ma puro e sincero, ai tempi di internet e delle chat, può risollevare dalla polvere una persona e riportarla a provare emozioni?
Non avete idea di quante parole sto cancellando mentre vi scrivo questo articolo. Il posacenere conta almeno un paio di mozziconi, in poco più di mezz'ora. Scrivere questa recensione, oggi, mi lascia perplessa. Sono combattuta su come affrontare questo romanzo, che alla fine tanto malvagio non è. Insomma, chiedo già scusa in anticipo se le mie parole sembreranno sotto effetto di chissà quale droga che manda in confusione ogni cosa.
Mi sembra di esser tornata ai classici tempi delle scuole medie: il bambino è intelligente, ma non si applica. Il romanzo è buono, ma in realtà perde su molti aspetti. Se ad una prima pagina può piacere, subito dopo affonda in una sorta di affermazioni troppo banali, per poi ritornare comunque su e riscendere poco dopo. E' una continua altalena, un su e giù che non molla, che fa girare la testa. La storia che l'autrice racconta, in linea generale non è malvagia, ma non ha quell'effetto che ti fa venir voglia di continuare a leggere o di rileggerlo in un futuro. Settembre è una torta, che fuori sembra cotta, ma appena ne tagli una fetta, trovi che l'impasto è ancora crudo.
Primo romanzo dell'autrice, lascia un po' l'amaro in bocca, ci fa apparire personaggi che in realtà non si conosceranno mai, non diventeranno mai nostri amici, personaggi che rimarranno solo su carta, schizzati lì, senza definizione; una voce che non ha suono, un'idea che non ha forma. A primo impatto sulla nostra protagonista ci si storce un po' il naso, non abbiamo nulla che ci porta a tifare per lei, è pura bozza , che non ha forma, non ha neanche un nome e non ha definizione.
E' una storiella d'amore, una storia dove lei stanca decide di rapportarsi al computer in una chat di incontri, chiacchierare e passare il tempo. All'inizio Lei sembra molto sicura di sé, ignora i vari messaggi dai soliti personaggi, fino a che non casca in Francesco. Sento il bisogno di fare una piccola premessa: l'autrice è la nostra narratrice, decide di scrivere in modo da raccontare una storia a distanza, ma nemmeno in terza persona, non riesco a trovare il modo per definirvi come la interpreta. Lei è lì ed i suoi personaggi lontani mille miglia. Non sappiamo nulla di loro se non poche notizie, non abbiamo dettagli che vanno in profondità, l'autrice ci fa grattare una superficie che in realtà non ha nulla sotto.
Se da una parte si ha la paura di annoiarsi di fronte a dettagli troppo prolissi e minuziosi, qui l'unica certezza è che non ci si annoia, perché non succede. Finita la premessa, torniamo da lei. Lei all'inizio sicura si perde in un bicchier d'acqua, sembra una bambina di fronte al cioccolato, si innamora, e scivola su una chat banalissima con un ciao bellissima. E' pur vero che da come scrive l'autrice, siamo agli inizi di facebook, ma in realtà lasciarsi andare così, cercandolo immediatamente, assillandolo quasi come una stalker su quando vieni a trovarmi o ci sei su facebook, quando in realtà non si conoscono nemmeno se non da un ciao come va, beh... risulta troppo fumo senza altro.
E' banale, è talmente banale da risultare impossibile, specialmente visto che Lei è una donna adulta con un figlio. La parte che va su, si trova nei momenti dove l'autrice analizza la vita di lei, di una madre sola con un bambino che cerca di riprendersi in mano la vita. Il dettaglio che mi piace dell'autrice, è questo uscire fuori dal coro, sembra quasi raccontare una storia fatta di poesia, ma poi non ti rimane in testa, ti scivola e pensi "si va beh carina, ma non ha nulla"
Settembre si divide in capitoli dove i giorni passano tra messaggi privati, conversazioni, lei che lavora facendo le pulizie, lui che la cerca ma poi no, fino ad arrivare ad una storia d'amore che ha più o meno un lieto fine. L'ambientazione, come i nostri protagonisti, è anche qui strutturata il meno possibile. Tutto questo, non ci aiuta quindi ad immergerci nel romanzo, nel bisogno di viverlo.
Francesco: ciao bellissima
Lei: ciao...
Francesco: come stai?
Lei: bene.. al solito un po' stanca, ho lavorato molto oggi
Francesco: anche oggi.. di domenica
Lei: eh si.. e anche domani e martedì che è festa
Francesco: anche io domani lavoro ma vedo che sei messa peggio di me
Lei: lavorando in un Hotel le feste non esistono
Francesco eh si..
E' un romanzo ingenuo, ingenuo dal punto di vista narrativo, ingenuo dalla struttura delle parole utilizzate, ingenuo da come i protagonisti e il materiale è trattato ed ingenuo anche nel modo di creare il romanzo. Se è pur vero che l'autrice ha fatto stampare il libro, la copertina, il non avere una trama, il trovare all'interno cartoncini in stile disegni da bambini elementari, non è un romanzo, mi fa pensare più ad una bozza ricopiata da Wattpadd come regalo di Natale. Il romanzo c'è, ma non c'è. C'era la possibilità, la voglia di creare qualcosa, che in realtà è andato in fumo. Non tutti nascono imparati.
Per l'autrice c'è tanta strada da fare, l'idea in generale è buona, ci potrebbe anche stare una storia così, ma va approfondita, va creata, si ha il bisogno di strutturarla meglio anche dal punto di vista del linguaggio e della punteggiatura. Ciò non toglie che la recensione sia solo un opinione da un punto di vista di una lettrice accanita e non vuole di certo criticare l'autrice come persona. Una recensione negativa deve essere presa come una critica per migliorarsi, sempre.
Lei: addirittura bellissime...sei troppo gentile
Francesco: veramente sei una bella donna, non dico per dire. Tu cosa mi racconti? Cosa hai fatto di bello oggi?
Lei: lavoro in un Hotel, cameriera
Francesco: interessante! Se capitassi dalle tue parti avrei la scusa buona per vederti
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