Buongiorno e ben trovati, cari lettori de Il mondo di sopra. Siamo arrivati alla fine di questo blogtour, con la recensione finale di un romanzo a tratti psicologico, a tratti horror che lascia comunque brividi addosso.
Senza nemmeno farla apposta fuori è nuvoloso e fa un gran freddo, il cielo nero e cupo mi invoglia ancor di più a parlarvi di un romanzo molto particolare.
Tutto ruota attorno alla famiglia Morvan: Gregoire, congolese che si è arricchito con le risorse minerarie del Congo, ora stimato rappresentante delle forze di polizia francesi,
suo figlio Erwan, comandante della squadra omicidi di Parigi, Loic e Gaelle, fratelli di Erwan decisamente problematici, e Maggie, la moglie di Gregoire.
Molti anni prima in Congo, a Lontano, Gregoire aveva messo fine alle macabre imprese di un serial killer, soprannominato l'Uomo Chiodo per l'efferatezza dei suoi metodi: i corpi delle vittime erano martoriati da centinaia di chiodi,
terribilmente sfigurati e aperti all'altezza della cassa toracica poichè l'Uomo Chiodo ne trafugava i cuori, in una sorta di macabro rituale, come se quei poveri corpi, privati della loro essenza vitale, fossero dei ridicoli feticci di rituali vodoo.
Ora, dopo 40 anni e a kilometri di distanza, il corpo di un cadetto, ucciso da un'esplosione, viene ritrovato terribilmente mutilato e dilaniato da centinaia di chiodi.
L'Uomo chiodo è tornato davvero?
Erwan Morvan si reca in Congo assieme a suo padre per dipanare una matassa che sembra attraversare i decenni e diventare sempre più complicata col passare del tempo.
Ma quale sarebbe di preciso lo scopo della tua inchiesta? Un crimine commesso più di 40 anni fa? In una città che non esiste più? Come fai a essere sicuro che non sia stato l'uomo chiodo a ucciderla?
Il viaggio di Erwan non sarà semplice, sarà anzi un incubo in una terra arida, polverosa, resa rossa dal sangue dei cadaveri, una terra dove la realtà e i rituali vodoo sono una cosa sola.
Siamo in Congo, cazzo! Le tracce scompaiono dopo due ore, i rapporti dopo due giorni e gli archivi dopo un mese. Solo tre cose resistono qui : la pioggia, il fango e la foresta. Per tutto il resto puoi anche metterti l'anima in pace.
Dopo numerose traversie Erwan fa ritorno in Europa, a Parigi: è qui che si svolge il cuore della storia, è qui che gli omicidi continuano: dopo l'assassinio di Gregoire in Congo ora tocca ad un membro della sua squadra, Audrey,
brutalmente uccisa, trovata con la gola aperta e la lingua che fuoriusciva da questa, una sorta di macabro nodo di un perverso rituale.
La povera Audrey aveva tentato di aiutare la sorella di Erwan, Gaelle, a smascherare lo psichiatra dal quale era in cura, un certo Eric Katz, un personaggio che in realtà non era annoverato in nessun albo, un soggetto senza nessuna storia privata e professionale.
Eric Katz, che muore per un banale incidente, nei suoi ultimi istanti di vita sussurra: L'uomo Chiodo non è morto.
Ma chi era davvero Eric Katz? Un vero psichiatra o forse qualcuno sotto mentite spoglie?
E chi è davvero l'uomo chiodo? E' davvero un pazzo qualsiasi o forse qualcuno che realizza i propri deliri e le proprie psicosi manovrando dei poveri sciagurati?
Non voglio svelarvi nulla di più sulla trama, lascio a voi il compito di decifrare il mistero.
Posso solo dirvi che, sebbene la prima parte del romanzo possa risultare complicata per dettagli geografici e cenni di storia sulla guerra tra hutu e tutsi, la seconda parte è decisamente più scorrevole e più accattivante.
L'autore ha uno stile evocativo, mi sono immaginata nella foresta africana, di notte, tra misteriosi eventi e piogge di proiettili,
mi sono poi ritrovata nella Francia attuale nello studio di uno psichiatra, un professionista apparentemente irreprensibile ma che in realtà nasconde tanti segreti,
ho attraversato la mente ed il cuore di tre fratelli apparentemente in lotta, ma in realtà l'uno accanto all'altro, ho amato il personaggio di Loic, fratello di Erwan, ex tossico al quale non daresti una chance, e che invece si rivela essere colui che spezzerà una catena di odio e di morte,
sono stata in un angolino ad assistere a rivelazioni di segreti sconvolgenti...
Quando finalmente capì che non sarebbe mai riuscito a farmi accettare l'evidenza, passo alle maniere forti e decise di alimentare l'odio che mi devastava.
I personaggi descritti, come nel primo libro, sono davvero molti eppure Grangé riesce a dare caratteristiche complesse e vive ad ogni individuo, fino a farceli sentire al di fuori della carta.
L'inganno delle tenebre è decisamente consigliato se avete voglia di risolvere un intrigo e soprattutto se metterete in conto che la soluzione non è mai quella più ovvia.
Libro intrigante,mi ha fatto impazzire. Io immaginavo che l'uomo chiodo fosse Gregoire, e invece... Bello bello bello!
RispondiEliminaLibro intrigante,mi ha fatto impazzire. Io immaginavo che l'uomo chiodo fosse Gregoire, e invece... Bello bello bello!
RispondiEliminaMi ispira tanto anche a me!! Se avrò l'occasione lo leggerò anch'io ☺
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