Beauty and the Cyborg, Miriam Ciraolo - Recensione -

martedì 9 gennaio 2018
Buongiorno Lettori. Parto subito alla carica perché era da parecchio che avevo voglia di esprimere la mia opinione su questo romanzo. Con il boom esploso nel web sono rimasta incuriosita dalla storia, da questa nuova edizione de La bella e la bestia versione robot e alla prima occasione, grazie all'utilizzo di un offerta su Amazon, sono riuscita ad acquistarlo in digitale. 
Come sapete oramai da parecchio, io e il digitale non andiamo mai d'accordo e leggere questo romanzo al computer non è stato facile, complice anche il mal di schiena, ma dovevo assolutamente conoscere anch'io il capolavoro di cui parlavano tutti. 
La conclusione? Beh.. ma ho davvero letto lo stesso romanzo delle altre?


beauty and the cyborg

Miriam Ciraolo 


Editore: Self
Prezzo: 12,97€ cartaceo
Pagine: 388

Trama: E se questa storia iniziasse con: C'era una volta l'elettricità? Il Nido di Spine è una cittadina francese dove la corrente elettrica non scorre più come un tempo. Dopo una guerra chiamata “Nuova Notte” gli equilibri mondiali sono cambiati e i continenti sono stati messi in ginocchio dai Cyborg, esseri privi di anima che torturano innocenti. In un mondo dove la parola scritta è vietata e gli esperimenti elettrici sono punibili con la morte, si muove la ricercata Bellatrice Sparks. Lei sa leggere, sa scrivere e dal giorno in cui ha fatto funzionare una torcia elettrica nella sua città, è costretta a fuggire per salvaguardare la sua famiglia. Rapita dai trafficanti di schiave viene venduta ai sovrani di Elettra. Ma in un castello dove l'elettricità pulsa ancora un essere ignoto si aggira nell’ombra. Per fronteggiare l'enigmatica creatura e per riabbracciare la sua famiglia, Bellatrice dovrà sottrarsi agli inganni della proibita e misteriosa Ala Ovest del castello. Ma deve fare molta attenzione, cosa si cela dietro la maschera dell'odio? Una rivisitazione della favola "La Bella e la Bestia" in chiave distopica.

Di Beauty and the Cyborg se ne parlato tanto, troppo. Il web nei mesi passati ne è stato completamente invaso. Review, blog tour, estratti, foto del romanzo, insomma... il romanzo era sulla bocca di tutti.
Colpisce l'idea di base di inserire, in chiave moderna e distopica, una favola disney famosissima che ha riempito e riempie tutt'ora il cuore di grandi e piccini, ma andiamo con ordine in questa salita.

Presa dall'entusiasmo delle varie blogger ho iniziato anch'io la lettura di questa rivisitazione della favola, eppure non sono riuscita a trovare quella bellezza, quell'entusiasmo citato da tutti. Partiamo dalla cover: visto la delicatezza della fiaba mi sarei aspettata un altrettanto contenuto o uno sfondo più dark come la storia ne richiama. Carino l'occhio laser del cyborg, ma in realtà per il resto non è una cover che può far impazzire.

Il mondo che l'autrice ci descrive è un mondo che si trova nel futuro e non è di certo così roseo come si aspetta. Il mondo è completamente immerso nel buio, troviamo in uno schema netto e definito la diversità tra chi è povero e chi invece è circondato dal lusso, Il nido di spine rappresenta la povertà, il cercar di andar avanti ed Elettra il lusso, l'ostentazione del benessere; la gente comune cerca di sopravvivere come può e le regole devono essere assolutamente rispettate.

La nostra protagonista Bellatrice, ahimè mi ha ricordato in molte caratteristiche sia fisiche che caratteriali, Katniss del distretto 12 di Hunger Games, forse quest'ultima meno confusionaria della prima.
Ovviamente scrivere un distopico senza cadere nel cliché non è di certo facile, ma l'idea anche qui di dividere il tutto in fazioni, sempre sullo stile di Hunger Games, fa storcere il naso in una visione di già visto e vissuto. Bellatrice scappa, non ha rispettato le regole e i cyborg la vogliono catturare per punirla.

Se ci lasciamo coinvolgere solo da un infarinatura in generale, la storia non è malvagia, sono i dettagli, i piccoli e minuziosi dettagli che fan perdere il gusto e la sensazione di leggere un buon libro. Bellatrice è una protagonista che non solo ho trovato come brutta copia della ragazza di fuoco, ma l'ho trovata superficiale nei modi, confusionaria e forse troppo ingenua, in quell'ingenuità che tocca quasi le corde della stupidità. 
Ci sono scelte che fa che ti vien voglia di prendere il libro e lanciarlo via, chiedendo un minimo di intelletto in quel cervello che a volte sembra spegnersi. La fuga di Bellatrice la porta dopo diverse azioni e considerazioni, al castello dove la famosa ala ovest è inaccessibile.

Nel castello la figura di Bellatrice viene cambiata, nonostante sia una schiava viene trattata quasi in maniera dignitosa e se prima avevamo una Katniss povera, adesso ne troviamo una meglio vestita.

La rivisitazione che l'autrice realizza nel contesto del castello è molto fantasiosa, troviamo quasi tutti i personaggi presenti nella favola originale, ovviamente in chiave più elettrica e moderna. Qui non troveremo il principe che si preferisce bestia, troviamo un mezzo cyborg che tutti banalmente non si rendono conto di chi sia.
Tra tutti, il personaggio che mi è piaciucchiato rimane Aston e no, non è un errore di battitura. Aston è il classico cattivo stronzo.  odioso e crudele, il futuro re che dovrà regnare o almeno così sembra.

Il libro è una continua salita e discesa altalenante, la lettura è un giro su montagne russe troppo alte che dopo un po' annoiano e ti fan venire voglia di scendere. Mi sono trovata in confusione di fronte a scelte d'amore che non sembrano trovare un punto di inizio reale, mi sono trovata di fronte ad una protagonista che non mi ha colpito e nonostante il romanzo sia scritto in prima persona, non sono riuscita a sentirmi per mano e accompagnata, mi sono sentita estranea in un romanzo che poteva avere di più rispetto a ciò che ho trovato.

E' come se l'autrice avesse in testa tantissime idee e ne abbia mescolato il tutto in un gran pentolone, lasciando la cottura al caso e alla fortuna. Ci sono parti dove i personaggi, sia principali che secondari, sembrano prendere in mano le redini e far loro determinate scelte anche al di fuori delle proprie possibilità. Ci sono altre dove in realtà il romanzo sembra solo una ricca introduzione rispetto al romanzo vero e proprio che forse arriverà.

Beauty and the cyborg è un romanzo che non sono riuscita ad inquadrare, può essere una rivisitazione della favola, ma chiamarlo capolavoro, il retelling perfetto è davvero esagerato. E' una storia che piace perché ha parti originali, ma per il resto è una copia di tutto ciò che si è visto fin ora, di tutto ciò che Divergent e Hunger Games ci hanno portato.

La figura del cyborg, nonostante l'ambientazione viene identificata nel futuro, è una figura di un cyborg vecchio della fine degli anni ottanta che potevamo trovare in Robocop, una figura con una lucina sull'occhio. In realtà avrei preferito la figura di esseri cybernetici più cattiva, più futuristica, più pronta a far male, una sorta di Alien misto tra corpo robotico e umano, una Bestia e non una piccola lucina della notte. 
6 commenti on "Beauty and the Cyborg, Miriam Ciraolo - Recensione - "
  1. ok fino a poco tempo fa ero tentata ad acquistarlo adesso non più gia sapere che è un mix tra Divergent e Hunger Games mi è passata la voglia di leggerlo grazie per la dritta ;-)

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    1. Io non te lo consiglio, ma credo di esser l'unica pecora nera a non averlo apprezzato... o forse le altre son state troppo buone..

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  2. Io sono comunque curiosa, ma dopo aver letto la tua recensione credo che comunque darò prima spazio ad altre letture! ^_^

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    1. Fammi sapere quando lo leggerai, mi piacerebbe un bel confronto :)

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  3. Tempo fa lessi tante opinioni positive su questo romanzo e ne fui incuriosita, di recente ho visto una recensione che seppur odiosa sottolineava invece punti deboli che non mi avrebbero fatto amare il romanzo quindi, anche se originale, non credo lo leggerò.

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    1. Mi rincuora sapere che non sono l'unica pecora nera ad averlo recensito in maniera negativa!

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