il giallo di montelepre
Gavino Zucca
Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: 10,00€
Pagine: 320
Trama: Sassari, 1961. È la settimana prima di Natale quando un barbone molto noto in città viene trovato morto in una piazza del centro storico. I sospetti ricadono subito su un altro mendicante, di cui si perdono immediatamente le tracce. Il caso si presenta all’apparenza molto semplice: qualcuno ha visto il presunto omicida che sottraeva qualcosa dalle tasche della vittima. Ma il tenente dei carabinieri, Giorgio Roversi, bolognese DOC trasferito in Sardegna per motivi disciplinari, non ne è del tutto convinto. Seguendo gli indizi disseminati ovunque, e con l’aiuto di Luigi Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, il tenente scoprirà che la verità affonda le proprie radici in storie del passato, antiche e ormai dimenticate… Quando anche un secondo cadavere viene rinvenuto, Roversi ha davvero poco tempo per agire: dovrà risolvere il caso al più presto, prima che l’assassino riesca a farla franca.
La storia è ambientata a Sassari negli anni sessanta e ruota attorno all'omicidio di Millomi, un povero barbone su cui aleggiano leggende metropolitane: pare addirittura che fosse tornato a piedi dalla Russia dopo la guerra!
Millomi potrebbe essere stato ucciso da Barraso', un altro barbone con cui era stato visto azzuffarsi nei giorni prima dell'omicidio a causa di un misterioso ciondolo. Le indagini sono affidate al ruspante bolognese tenente Roversi, che dovrà assicurare alla giustizia l'assassino del povero Millomi, che forse aveva fatto tredici con una schedina.
Ma che succede quando anche Barraso' viene assassinato?
Questo secondo omicidio cambia le carte in tavola e sconvolge la vita di tutti i sassaresi. Non voglio svelarvi troppo della storia, che è davvero ricca di colpi di scena. Mi è piaciuto il modo in cui l'autore ha caratterizzato i personaggi e descritto la vita di un paese di provincia, anche con frasi dialettali che ci proiettano ancora di più nel mondo sardo.
Buongiorno tenente. Come mai così chizzuranu stamattina?""Chizzuranu vuol dire mattiniero, vero? "Bravo tenente! E chizzu vuol dire presto, di prima mattina.
I personaggi sono tantissimi e a volte si perde un pochino il filo conduttore del tutto, ma la voglia di scoprire chi è l'assassino coinvolge il lettore al punto di spingerlo a non abbandonare la storia. Il tenente Roversi mi è piaciuto, è un uomo che non si fa intimidire, uno che ama il proprio lavoro, ma anche uno che proprio non sa come comportarsi con la donna che ama, come se avesse paura dei propri sentimenti. Come vi dicevo, ci sono tantissimi personaggi, ma uno che mi è rimasto proprio nel cuore è Millomi: è un vagabondo, uno che nessuno prende in considerazione, ma è un essere umano con tanta dignità e di buoni sentimenti.
Spesso nei casi di cronaca si presta più attenzione all'assassino che alla vittima. Ma io vorrei che pensaste a Millomi come un valoroso che, in tempi di guerra, tornò dalla Russia a piedi, almeno la leggenda dice così. È una Sardegna cruda e realistica quella descritta dall'autore, una Sardegna popolata da presunti ladri "fantasmi" e da gatti gialli misteriosi che sbucano dal nulla, miagolano senza sosta e fanno pipi ovunque.
Finale particolare che mi ha lasciata sbigottita. Consigliato agli amanti del mistero. Ajo.
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