Ma voi ve li ricordate i gruppi di spam dove si condivideva l'articolo scritto nelle notti in bianco e forse anche sotto la luna piena? I tempi in cui Instagram non esisteva e, la recensione scritta, veniva pubblicata nei più svariati e avariati gruppi di lettura?
Sembrano lontani i tempi in cui un autore ti chiedeva una recensione del romanzo o la stessa casa editrice ti chiedeva di recensire un loro libro per inserirlo nella loro rassegna stampa, perché ora - adesso - in questo momento - vanno di moda le FotoRecensioni ( e no, non è un errore di battitura, si chiamano proprio così).
Se vi state domandando cosa sono queste fotorecensioni e come si inseriscono su blogspot, sappiate che ahimè siete antiche anche voi.
Sembra esser giunta ormai l'era di lasciar spazio alle fotorecensioni che, come dice la parola stessa, sono recensioni minuscole quasi stile zollette di zucchero che si inseriscono in descrizione sotto ad una foto di Instagram.
Lo so, vi state già portando le mani tra i capelli, specialmente voi che di recensioni ne scrivete lunghe chilometri, ma ahimè l'era dei testi in stile divina commedia purtroppo sembra esser finita.
E' l'autore stesso o la casa editrice stessa che adesso non hanno più bisogno di articoli di recensioni, ma semplicemente una bella e accattivante foto del libro con inserita qualche frase spicciola che possa contenere comunque un commento positivo o negativo, ma si spera e si prega sempre sul positivo.
Finisce davvero così il mondo dei blog con articoli scritti e lunghi? A quanto pare sembra proprio di si; sembra che l'unica possibilità adesso sia quella di dare spazio ai moderni, a quei instablogger/bookgrammer che recensiscono libri sotto foto modificate con effetti speciali, perché quello che conta sembra essere la velocità nella visualizzazione.
Foto accattivante --> lettore incuriosito --> vendita del libro. Click veloce e si scorre subito verso una seconda foto
Non importa se poi il testo descritto allegato sia pieno di errori o frasi senza senso (e credetemi ne ho lette tante) l'importante che la foto abbia ottenuto like, commenti e visualizzazioni.
Giusto o meno, Instagram sembra essere ormai la piattaforma più grande, dopo Amazon, dove si vende, si ottiene e si visualizza qualsiasi cosa; peccato che, allo stesso tempo, riesca a far diventare i vecchi e antichi blog infelici, perché se con il blog scritto su blogspot potevi creare una piccola community di seguaci e confronti, qui Instagram sembra solo essere un mordi e fuggi dove tutto a volte ne diviene troppo veloce.
Ma una bookblogger che scrive e inserisce solo fotorecensioni può essere identificata come tale al pari di una vecchia e antica che scrive ancora su blogspot? E quale tra le due può esser vista come influencer?
In realtà, sempre secondo il mio parere, una bookblogger può essere definita sia influencer, che bookblogger, quando l'articolo è scritto ed è formato come testo e si può ritrovare su google anche solo digitando il titolo del romanzo e la scritta recensioni.
Avete mai pensato a cosa succederebbe se Instagram crollasse o facesse perdere il contenuto e l'account stesso del blog dalle fotorecensioni?
Contenuti e zollette di zucchero perse nel web, senza più modo di ritrovarle.. recensioni perse chissà dove, recensioni di quello che sembra solo essere un account di una finta vetrina che recensisce solo prodotti gratuiti in una mera pubblicità spicciola.
E ora mi rivolgo a te autore: Hai davvero bisogno di una fotorecensione dove in quattro parole ti indica il tuo romanzo? Non hai voglia di leggere un articolo lungo anche chilometri che parla di te?
Sempre secondo il mio parere! L'influencer - il bookblogger è colui che ti consiglia un libro analizzandone il testo e il contenuto, parlandoti di quel libro con argomentazione vera e propria e non con una zolletta che ti dica "il libro fa schifo, il personaggio è palloso".
le recensioni zollette... TI ADORO! <3
RispondiEliminaAhahaha grazie!
EliminaCiao!
RispondiEliminaMi è piaciuto moltissimo questo articolo, e ho trovato interessante il fenomeno della Instablogger.
Io sposo la filosofia di Virgilio "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa". :)
Poi dipende sempre con che spirito uno fa le cose. Senza niente togliere alle Instablogger, non credo si possa parlare di recensioni con due parole in croce e una foto. Forse sarebbe più corretto parlare di promozione (propria o del libro).
Chi scrive recensioni chilometriche lo fa per appagare il bisogno di parlare di ciò che legge, di condividere le emozioni che un libro suscita e in generale di cose che non si possono riassumere in una didascalia.
Per cui sì, se uno cerca la fama, allora bisogna adeguarsi alle tendenze, se lo si fa come qualcosa fine a se stessa, allora il vecchio stile rimane sempre il migliore. ;)
P.s. Scusa il papier ^_^
Grazie mille davvero per aver argomentato la tua risposta! E' brutto però che le influencer vengano viste come bookblogger quando in realtà le loro didascalie non sono recensioni; tuttavia siamo vintage e non saremo mai sorpassati :)
EliminaPurtroppo queste foto recensioni vi sono ovunque ma a mio parere niente è più bello o invoglia all'acquisto di una vera e propria recensione sul blog
RispondiEliminaEsatto credo che una recensione approfondita possa far capire se al lettore conviene spendere i propri soldi o meno. E tu da autrice, oltre che blogger, dove trovi più vantaggi per i tuoi libri?
EliminaEcco, io faccio parte dell'antichità. Scrivo stile "Divina Commedia" (nel senso che so essere prolissa ahah) e sotto un post su Instagram non ci sto :P Penso che Instagram così come gli altri social dovrebbero essere solo un appoggio e un modo più diretto per comunicare con gli altri amanti dei libri. Ma il loro utilizzo da parte di CE e autori lo trovo triste perché loro dovrebbero essere i primi ad amare tante belle parole e non una fotrecensione
RispondiEliminaFotorecensioni --> foto accattivanti e via alla prossima. Che cosa triste.
EliminaAntica presente all'appello.
RispondiEliminaComunque, per quello che vedo in giro, credo che sia una cosa che sta facendo "presa" più che altro qui da noi come italiani - mi riferisco al fatto che noi bookblogger stiamo venendo dimenticati e che ora ci si rivolge a chi ha un account Instagram nel quale pubblica tutti i giorni e/o un canale YouTube.
Io leggo anche in inglese e grazie a NetGalley riesco anche a leggere dei libri in anteprima in formato digitale. Sono consapevole che anche la community di booktubers americane sia numerosa, eppure da loro i blogger sembrano avere la medesima importanza se non addirittura superiore.
Altrimenti perché le CE americane arriverebbero anche a scrivermi loro per prime per propormi dei libri? Perché prendere in considerazione una blogger - italiana oltretutto - con appena 144 followers e 2000 visite al mese? Ci sono blog più grandi e famosi del mio - ma evidentemente loro hanno altri standard.
Ora prenderò parte ad un blogtour nella prima metà di aprile e in uno spreadsheet ho dovuto inserire la data in cui pubblicherò e il tipo di post - siamo 85 bookblogger che hanno aderito/sono state selezionate.
E pensare che se invece scrivo una mail ad una CE italiana, quella manco mi risponde. Non tutte eh, per carità - sono rimasta recentemente sorpresa dal fatto che la Oscar Vault mi abbia mandato un ARC cartaceo di Loki visti i miei numeri, dal momento che proprio non ci avrei scommesso una cicca e pensavo che la mail sarebbe caduta nel vuoto cosmico degli uno e degli zero.
I bookblogger americani vengono trattati allo stesso modo di un giornalista. Mi è capitato di scoprire qualche blog, che seguo tutt'ora, e il rapporto che hanno con le case editrici è meraviglioso. Noi qui invece quasi brancoliamo nel buio cercando di arraffarci più copie possibili e la colpa è comunque anche di quei neoblog che nascono come funghi per avere aggratisse ogni cosa
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