Non sprecare il tempo,
non sprecare l'amore
Ann Napolitano
Prezzo: 19,00
Pagine: 324
Editore: Mondadori
Trama: È una mattina d’estate quando Edward Adler, dodici anni, suo fratello e i suoi genitori partono dall’aeroporto di Newark per raggiungere Los Angeles, dove li attende una nuova vita. Tra i 187 passeggeri ci sono una giovane promessa di Wall Street, una ragazza che ha appena scoperto di essere incinta, un veterano di ritorno dall’Afghanistan, un anziano tycoon della finanza e una donna che sta scappando da un marito opprimente. Le loro vite, come spesso capita in queste occasioni, iniziano a entrare in contatto. Ma il volo su cui viaggiano non arriverà mai a destinazione e il piccolo Edward sarà l’unico sopravvissuto al disastro. “Caro Edward ” Iniziano così le e-mail e le lettere che persone da tutto il paese inviano all’indirizzo dei suoi zii, dove “il ragazzo miracolato” – come lo definisce la stampa – è andato ad abitare. La sua storia cattura l’interesse di un’intera nazione mentre Edward combatte per stare al mondo senza la sua famiglia. Una parte di lui è rimasta in cielo, con i suoi compagni di viaggio.
Inizia questo blogtour con una tappa particolare che vi invita a leggere tra le righe del romanzo di Ann Napolitano: Non sprecare il tempo, non sprecare l'amore, pubblicato da Mondadori.
Il romanzo viene visto come un libro del destino, un libro che diventa un inno forte alla vita e al significato profondo di essa; è possibile però che la vita stessa sia fatta di attimi e segni del destino?
Edward, il nostro protagonista, si ritrova ad un certo punto della sua vita, a chiedere un consiglio ad una chiromante, una donna capace di leggere il futuro nella mano di un uomo, ma tutto ciò è davvero frutto di una coincidenza o è il destino ad inserire nel nostro percorso di vita, persone che in qualche modo riescono ad aiutarci anche se per poco?
Sin dai tempi antichi, il destino è sempre stato visto come un insieme di una potenza superiore, capace di divenire un burattinaio che giostra sui fili con il presente e il futuro.
L'uomo, preso da così tanta fede nei confronti di questa potenza, ha sempre cercato nel cielo i segni del destino e di ciò che potesse dare ad ogni attimo. Segni di un pericolo, segni di un avvenimento importante o semplicemente segni di buon auspicio.
Andando avanti con gli anni i segni del destino non vengono più identificati come piccoli attimi dove la potenza divina entra nella vita dell'uomo e decide che ostacoli inserire in essa, ma divengono piccoli indizi che vengono interpretati dall'istinto e dall'intuizione dell'uomo.
Carl Justav Jung, convinto della connessione dell'uomo con l'universo, parlava di sincronicità: dove gli eventi che apparentemente collegati tra loro fossero frutti di casualità, in realtà tutto ciò era a-casuale (non casuale), come se entrambi gli eventi fossero in realtà sincronizzati nello stesso momento.
La sincronicità, quindi, viene vista come una connessione strettissima tra due eventi senza dover avere la necessità di cause scatenanti. E' qui che si annullano le coincidenze e i suoi frutti, divenendo tutto ciò frutto di una consapevolezza superiore, di una legge invisibile e ultraterrena.
Già molto prima dello psicanalista Jung, Platone parlava dei segni del destino e di come il tutto non fosse frutto di una coincidenza; Platone sosteneva come in realtà esistesse un mondo delle idee capace di plasmare e modificare il nostro.
I segni che è possibile ricevere dal destino, possono essere visti anche nella semplice quotidianità. Quante volte vi è capitato, tutto ad un tratto, di cambiare strada all'improvviso? O che attenti a fare altro vi è capitato di rimanere incuriositi nella lettura di una frase?
Riflettendo su quanto l'uomo sia circondato da segni dell'universo, ci si può sentire in gabbia all'idea di essere giostrati da chissà quale potenza, in realtà vige sempre la regola del libero arbitrio dove si può accettare o meno il segno che in quel momento il destino sta inviando.
Qual è, invece, il tuo ultimo segno ricevuto?
Scopri domani la tappa di La stanza dei libri che parla di quanto un trauma, anche inconsapevole, può condizionare la vita di un uomo
L'uomo, preso da così tanta fede nei confronti di questa potenza, ha sempre cercato nel cielo i segni del destino e di ciò che potesse dare ad ogni attimo. Segni di un pericolo, segni di un avvenimento importante o semplicemente segni di buon auspicio.
Andando avanti con gli anni i segni del destino non vengono più identificati come piccoli attimi dove la potenza divina entra nella vita dell'uomo e decide che ostacoli inserire in essa, ma divengono piccoli indizi che vengono interpretati dall'istinto e dall'intuizione dell'uomo.
Carl Justav Jung, convinto della connessione dell'uomo con l'universo, parlava di sincronicità: dove gli eventi che apparentemente collegati tra loro fossero frutti di casualità, in realtà tutto ciò era a-casuale (non casuale), come se entrambi gli eventi fossero in realtà sincronizzati nello stesso momento.
La sincronicità, quindi, viene vista come una connessione strettissima tra due eventi senza dover avere la necessità di cause scatenanti. E' qui che si annullano le coincidenze e i suoi frutti, divenendo tutto ciò frutto di una consapevolezza superiore, di una legge invisibile e ultraterrena.
Già molto prima dello psicanalista Jung, Platone parlava dei segni del destino e di come il tutto non fosse frutto di una coincidenza; Platone sosteneva come in realtà esistesse un mondo delle idee capace di plasmare e modificare il nostro.
I segni che è possibile ricevere dal destino, possono essere visti anche nella semplice quotidianità. Quante volte vi è capitato, tutto ad un tratto, di cambiare strada all'improvviso? O che attenti a fare altro vi è capitato di rimanere incuriositi nella lettura di una frase?
Riflettendo su quanto l'uomo sia circondato da segni dell'universo, ci si può sentire in gabbia all'idea di essere giostrati da chissà quale potenza, in realtà vige sempre la regola del libero arbitrio dove si può accettare o meno il segno che in quel momento il destino sta inviando.
Qual è, invece, il tuo ultimo segno ricevuto?
Scopri domani la tappa di La stanza dei libri che parla di quanto un trauma, anche inconsapevole, può condizionare la vita di un uomo
Io sono sempre molto combattuta riguardo all'idea di destino... A volte penso che effettivamente sia destino che certe cose vadano come vadano, altre volte mi dico che il destino non esiste e ce lo costruiamo noi. Non so perché io sia così divisa al riguardo
RispondiEliminaIo ho un po' paura dell'esistenza del destino, è una questione che mi guarda molto combattuta, forse perchè pensare che sia gia tutto scritto mi terrorizza.
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