THE LOOP
Ben Oliver
Ben Oliver
Editore: Rizzoli
Trama: Il Loop è una prigione perfetta, gestita da Happy, l'intelligenza artificiale che si occupa di ogni aspetto della vita dei detenuti. Nel Loop ogni giorno è uguale al precedente. Ogni giorno è un tormento. Ma qualcosa comincia a cambiare. Circolano voci di una guerra. Strane cose accadono ai prigionieri. E la guardiana, l'unica che gli abbia mai dimostrato un minimo di umanità da quando è stato imprigionato, gli consegna un messaggio: Luka, devi fuggire... Ora Luka deve decidere se evadere dal Loop è davvero la sua unica possibilità di sopravvivenza, e soprattutto deve trovare un modo per salvare le persone che ama, dentro e fuori la prigione. Ma ben presto scopre che all'esterno la vita è di gran lunga più terrificante di quanto avesse mai potuto immaginare. E se vuole salvare coloro a cui tiene, Luka deve scoprire chi è il responsabile del caos in cui è sprofondato il mondo intorno a lui.
Quando un libro ti ricorda un film visto precedentemente, senti i brividi percorrere la schiena perché ritrovi in quelle pagine scene che ti han fatto battere il cuore e, la tua mente, le evoca in maniera ripetitiva ancora e ancora.
Questa è esattamente la sensazione che ho vissuto con The Loop. All'inizio mi ha ricordato il film Il Buco su Netflix, lasciandomi così trasportare da quel senso di angoscia, disturbo, ansia che mi aveva causato la visione, insieme alla continua scarica di adrenalina da sentire nelle vene.
Ciò che di The Loop incuriosisce il lettore è la continua oscurità che si inizia a leggere già dalla prima pagina, il trasporto emotivo così alto che fino all'ultimo si sentirà il bisogno di continuare a leggere senza distogliere mai l'attenzione dal libro.
Il realismo di Ben Oliver diventa tangibile con mano e, con tanta potenza, sembra dar vita ad ogni personaggio creato grazie alla caratterizzazione interiore così minuziosa e ricca di dettagli.
Luka è un detenuto di una prigione gestita dall'intelligenza artificiale, dove tutto è perfetto e non c'è il minimo errore. La prigione è nell'era moderna, l'ingresso verso l'inferno dantesco. Sembra riuscire già dall'entrata, scorgere il lascia ogni speranza voi che entrate.
Non c'è lieto fine, non c'è speranza, non c'è salvezza. I giorni del protagonista sembrano non passare mai e, quando passano, sono così lenti che nella testa del lettore sembreranno anni fino a che voci di corridoio avvisano di una guerra fuori dalla prigione e Luka, scosso tra il bisogno di salvare le persone che ama fuori da quella tortura, dovrà provare a salvarsi ed uscire in qualche modo.
Queste sono alcune delle dinamiche che Ben Oliver inserisce all'interno del romanzo portando il lettore all'angoscia ad ogni parte letta.
Lo stile narrativo di Ben Oliver è particolare anche nell'utilizzo della punteggiatura stessa.
Le frasi stoppate donano al lettore quel senso di panico, quel bisogno di scoprire in assoluto quel lieto fine dimenticato.
Una scrittura evocativa, intensa, ricca di simbolismo nei dettagli.
La distopia all'interno del romanzo porta il lettore in automatico a riflettere sul gioco politico stesso e sulla società di oggi, facendo sentire il lettore in quel loop.
Ben Oliver mostra una realtà senza filtri, nascosta nel buio, dove l'umanità viene meno anche davanti ad un personaggio di carne e ossa.
Il ritmo adrenalinico e le continue scene di avvenimenti e azioni, porta il lettore a sentire la sensazione di aver effettuato una lettura a mo di corsa contro il tempo, per salvare non solo i personaggi, ma se stesso.
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