I truffatori, Jim Thompson - Recensione -

martedì 11 agosto 2020


I TRUFFATORI

Jim Thompson

Editore: Harper Collins

Trama: “Non esiste un altro autore paragonabile: Thompson faceva storia a sé” - JOE R. LANSDALE “Il maestro del romanzo americano che prende a calci in faccia” - VANITY FAIR “Leggete Jim Thompson. Sarà come farvi un giro all’inferno” - CHICAGO TRIBUNE Nel calcolo delle probabilità, l’imponderabile va sempre messo in conto. Ecco perché il trucchetto oliato e utilizzato un’infinità di volte con successo da Roy Dillon, truffatore spregiudicato e senza scrupoli, si dimostra un’arma a doppio taglio: il negoziante che lo smaschera non ci pensa due volte e gli assesta un colpo tremendo allo stomaco con una mazza da baseball. Da questo momento, Dillon è costretto a nascondersi nella camera d’albergo di una località della California del sud e a leccarsi letteralmente le ferite. Almeno una cosa saggia l’ha fatta: ha cambiato residenza continuamente, per sfuggire alla rabbia delle vittime dei suoi raggiri e anche per eludere la sua giovane madre Lilly, che non vede da tempo. È proprio lei a presentarsi a sorpresa e a mettere a lui e alla sua odiosa fidanzata Moira i bastoni fra le ruote. È forse un modo per salvare il figlio da se stesso e da quella fidanzata che lei detesta? L’ambiente dei biscazzieri è malsano e le insidie si celano ovunque. Malavitosi spietati, femmes fatales e miserie umane fanno il paio con una scelta di vita perennemente in bilico tra la legalità e un disperato bisogno di normalità. Da questo romanzo, con il suo finale a sorpresa e il suo ritmo incalzante, intriso di humour nero, nel 1990 Stephen Frears ha tratto il film Rischiose abitudini, con un terzetto di attori formidabili come John Cusack, nei panni di Roy, Anjelica Huston, in quelli di Lilly, e Annette Bening, che interpreta Moira.

I romanzi di Jim Thompson sembrano divenire entità invisibili, forze misteriose capaci di catturare il lettore e ammaliarlo tra le sue pagine.
Leggendo I Truffatori il lettore viene catapultato all'interno di una realtà cupa, in un noir che striscia in una realtà violenta e cruda.

Jim Thompson sorprende il lettore dandogli l'impressione di trovarsi davanti ad un'opera letteraria di più generi: da una parte il noir, le urla e la rabbia della vittima, dall'altra il thriller adrenalinico che trascina il lettore in un vortice e infine quasi una sorta di romanzo formativo, dove lo stesso lettore si troverà a crescere grazie a personaggi che di buono forse non hanno nemmeno il cuore. 

Lo stile narrativo così pieno e ricco di dettagli racconta una storia tremenda,ma allo stesso tempo affascinante. I truffatori diviene non solo una lettura, ma un'esperienza fuori dall'ordinario che coinvolge lo stesso lettore, quasi creando una sorta di legame con ogni personaggio creato. 

Il lettore diventa il narratore e il narratore quasi una vittima da cui farsi raccontare la storia. 
Il protagonista è un personaggio complesso, pesante a volte, ricco di sfumature che legano il lettore a quello stesso abisso. L'uomo è un ragazzo che della truffa ne ha fatto quasi una missione, nascondendo quel senso di guerra che porta dentro. La continua lotta con il suo stesso animo, quella guerra tra io e super - io, trascina il protagonista nel buio e conseguentemente chiunque leggerà queste pagine. 

Il mistero e la perenne sensazione che il narratore sia lì pronto ad osservare il lettore, porta alla reale necessità di continuare a leggere e forse trovare quell'impossibile lieto fine per il personaggio principale.

La realtà cupa e cruda si manifesta con prepotenza grazie alla narrazione evocativa ed intensa. 
Leggere I truffatori significa confrontarsi con l'uomo e il buio, con la perenne sensazione di voglia di mollare tutto e correre il rischio, portare quasi alla sensazione di farsi male per sentire quella sensazione di piacere che sembra correre tra le pagine. 

I personaggi femminili creati da Jim Thompson sono portati all'eccesso, succubi di una terra arsa dal sole, dove è l'abisso ad essere dio prepotente. 






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