Altro da sé
Davide Rotondi
Quaderni di Poesia
Trama: Il sottosuolo e la superficie sono due mondi opposti ma allo stesso tempo complementari: l’uno ha bisogno dell’altro per esistere. L’oscurità, irreale e buia, ospita ciò che alla luce non si può vedere, ciò che è sotterrato nei meandri dei nostri pensieri. Il passaggio dal sottosuolo alla superficie rende tali elementi visibili e vivi, fino a generare qualcosa di nuovo. Qualcosa di altro, che non appartiene a nessuno dei due mondi. Qualcosa che è altro da Sé.
Non sono solita recensire libri di poesie e mi scuso sin da subito se questa recensione sembrerà più una riflessione che un'analisi vera e propria, ma l'autore Davide Rotondi ci porta attraverso i suoi scritti in ciò che amo di più: nell'oscurità dell'animo, nel buio che spesso vorremmo allontanare, ma ci appartiene.
Il libricino conta più o meno sessanta pagine e lascia il lettore spaesato, come se in realtà avesse avuto fino all'ultimo un mattone di duecento pagine. Uno di quelli in cui vorresti prendere appunti riga dopo riga. Ogni parola di Davide Rotondi risulta spesso amara e difficile da digerire, ma credo che il bello di questo quaderno di poesie sia proprio questo. Nonostante l'amarezza, la riflessione arrivati alla parola fine diventa un tarlo di cui non puoi fare a meno.
Ci sono poesie e semplici frasi che hai voglia di sottolineare, di portare con te come se fosse un romanzo d'estate da leggere sotto l'ombrellone e non perché vuoi distrarti, ma per ancorarti meglio alla realtà.
Interessante anche l'aspetto visivo dell'opera. La copertina rossa come il sangue. Rosso come l'amore, la passione, un rosso che predomina e spicca e arrivati all'ultima pagina, ti colpisce dritto allo stomaco come un pugno.
Ci sono poesie strazianti, che si trascinano dietro un'ambientazione senza senso e surreale, ma anche qui le parole vengono usate pezzo per pezzo come la costruzione di una torre. Come se Davide Rotondi stia costruendo in realtà, l'arcano dei tarocchi della Torre che, colpita in alto dal fulmine, lui non vuole perderla comunque, facendogli provare al lettore la stessa assurda sensazione.
Se dovessi raccontare Altro di sé solo con qualche parola, le prime che mi vengono in mente sono nostalgia e ferite che sanguinano. Cicatrici ancora aperte che fanno male, ma che tuttavia non riescono a venire alla luce.
Il buio di Davide Rotondi in altro da sé è santo e dannato, diventando credibile in questa realtà purtroppo spenta. Ogni lettore potrà ritrovarsi in diverse frasi e si sentirà svuotato, ma ricolmo allo stesso tempo.
Davide Rotondi ti strazia umanamente ma lo fa con una luce che allontana il buio per poi ripresentarlo con tenerezza e felicità. L'uno non esiste senza l'altro e avvolge con ogni sua poesia.
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