IL GIOCATORE FANTASMA
Vittorio Di Cesare
Editore: Press & Archeos
Trama: Golf e fantasmi. Incredibile ma vero. Molti campi da golf tra Inghilterra, Scozia e America hanno strane storie da raccontare, di "visitatori fantasma" provenienti dal mondo delle ombre. Figure diafane compaiono tra golfcart, fairway, bunker e green. Anime in pena a volte gentili, a volte adirate per un torto subito. Non occorre preoccuparsi per queste presenze. Sono il ricordo di storie che fanno amare di più la vita, specialmente nel bellissimo momento in cui una pallina lanciata con un perfetto swing vola lontano, verso un green appena visibile... Le vicende raccontate in questo libro, raccolte in alcune club house nei giorni di pioggia, parlano di alcuni degli "ologrammi" legati ai courses golfistici o ai loro paraggi, anime inquiete che spuntano in preda alla struggente nostalgia per la vita, destinate a ricomparire nel luogo in cui fu interrotto il loro "game" terreno. E se "qualcuno" o "qualcosa" per dispetto, tira fuori la nostra palla da golf nonostante abbiamo fatto centro per fortuna o per bravura... portate pazienza. In fondo anche i fantasmi hanno diritto di divertirsi!
Nella nostra mente, le parole fantasmi, spiriti, eventi soprannaturali, rievocano luoghi sperduti e dimenticati, case abbandonate o cimiteri varcati di notte.
Eppure, Vittorio Di Cesare con Il giocatore fantasma pubblicato dalla Press & Archeos, ci porta a scoprire i fantasmi non in case diroccate o in luoghi oscuri, ma letteralmente sui campi da golf o nelle club house vicino.
Ammetto di aver iniziato a leggere il testo abbastanza prevenuta all'idea che un luogo di svago e popolare come un campo da golf, dove ci si ritrova tra golfisti intenti a giocare le loro partite in questo immenso prato verde, potesse avere un suo fantasma - e anche più di uno - ma bastano le prime pagine per entrare in una realtà parallela, rimanendo così completamente senza fiato e con la voglia di ricercare altre storie su ciò che si può nascondere all'interno di quei luoghi elettrizzanti.
Il minuzioso e attento lavoro dell'autore Vittorio Di Cesare, porta il lettore davanti alle voci di anime che hanno interrotto il loro gioco e che ora lo invocano quasi con forza non soltanto con piccoli dispetti ai giocatori, ma con il bisogno quasi melanconico di essere ricordati.
La voce di Vittorio Di Cesare sorprende il lettore per l'originalità delle testimonianze e leggende raccolte in questo testo, arrivando poi con facilità a immedesimarsi nella storia, trovandosi faccia a faccia con lo spirito inquieto durante una partita.
L'autore utilizza una scrittura scorrevole come un fiume in piena, ma allo stesso tempo visiva e sensoriale. Pagina dopo pagina, si arriva alla parola fine con troppa facilità e con il bisogno di ricominciare a leggere di nuovo il testo, magari con più calma, assaporando ogni dettaglio.
Da lettrice e poi autrice, so bene quanto per un autore non è mai facile scrivere una raccolta di racconti non solo perché si ha il dovere di non annoiare il lettore, ma soprattutto in questo caso, c'è il rischio di andare oltre a ciò che è la leggenda, non riuscendo a fermarsi in quella che è la storia breve del racconto. Con Vittorio Di Cesare tutto questo non succede, anzi il lettore si confronterà con il bisogno di continuare a leggere e di iniziare ricerche proprie sui personaggi citati.
Nonostante l'amarezza per via di alcuni racconti come il caso di "Maria Stuarda" o "Ombre Fuori dai Links", il lettore non riuscirà a nascondere qualche sorriso davanti al sottile e pungente sarcasmo dell'autore, perché anche se si parla di spiriti inquietanti, il suo ritmo narrativo e la sua fluidità, dona al lettore la sensazione evocativa di trovarsi davanti a un vecchio amico: seduti con una tazza di caffè in mano ad ascoltare il tutto arricchita da una voce profonda che lascia i brividi.
Il giocatore fantasma ci ricorda come gli esseri umani o suggestionati dal folklore o dalla paura della propria finitezza, continuino a provare comunque il piacere di assaporare vecchie storie e sentire i brividi percorrere la schiena all'idea di trovarsi forse accanto proprio a uno spirito pronto a qualche dispetto su quel game tanto desiderato.
Le storie di Vittorio Di Cesare sembrano cambiare forma e struttura ad ogni leggenda, come se lo stesso autore reinventasse il suo stile per evitare al lettore di annoiarsi o di passare velocemente oltre.
Ci si aggrappa alle pagine come piccoli momenti di innocente, ma se pur morbosa, curiosità scoprendo racconti soprannaturali antichi e recenti che il lettore di certo non si aspetta.
Colpisce, quindi, l'originalità di un libro del genere che reinventa le esperienze di lettura provate fino adesso, come se tutto ciò che un lettore ha sempre avvertito leggendo un'opera saggistica o un testo di narrativa, sia nulla a confronto alla scrittura così dinamica, sottile e sotto certi aspetti intensa, dell'autore Vittorio Di Cesare.
Il giocatore fantasma parla al lettore senza troppi giri di parole, sprona gli scettici ad ascoltare le sue storie senza filtri, senza edulcorare nulla: così come sono, Vittorio Di Cesare le racconta.
Sta al lettore poi star attento alla brezza fredda che si troverà all'improvviso in un giorno estivo o a quella pallina che cambierà stranamente direzione in un attimo.
Un testo difficile da dimenticare, da riprendere spesso in mano per rileggere e ritrovare quello strano sorriso sul proprio volto.
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