Tutti dormivano nel loro oblio, in un riposo condizionato dall'incantesimo. Lo sguardo era fisso, di marmo. Il suo stesso abito colorato e pieno di fronzoli, ora sembrava spento in un grigio freddo e opaco. C'era qualcosa di spaventoso e meraviglioso in quella scena. Moon deglutì e non osò toccarla.
Efisio Marini, riuscì con la sua formula a creare la possibilità di invertire il risultato su un cadavere, ovvero rendere di nuovo la pelle morbida e rosata al tatto. Questa sua operazione così stravagante e inusuale, divenne per il popolo sardo opera di cattivi presagi. Lo scienziato fu additato come un pazzo ricercatore, come l'anticristo capace di far rivoltare il mondo dei morti e nella sua stessa amata terra, fu isolato e circondato da un alone di terrore e superstizione.
Stanco che le sue opere fossero viste come creazioni del diavolo o abominevoli, si disse che prima di abbandonare la sua amata isola, Efisio gettò le sue creazioni nel mare, trasferendosi poi a Napoli, dove morì nel 1900.
La fama del grande pietrificatore, portò lo scienziato a esporre le sue creazioni in tutto il mondo. La sua prima opera esposta a Parigi fu quella di un piede egizio, che poi venne riportato al suo stato naturale. Questa formula magica, iniziò a impressionare ogni tipologia di scienziato e illustri, fino ad arrivare all'interesse di Napoleone III.
Lo scienziato Efisio Marini, continuò a non dimenticare la sua terra e a sperare fino all'ultimo di poter insegnare. Sperimentò e affinò la sua nobile arte su diversi corpi, per poi passare a pietrificare organi interni fino al sangue vero e proprio.
La vita che Efisio Marini condusse, non fu facile nemmeno a Napoli. Circondato dalle sue macabre creazioni, venne anche qui visto come portatore di sfighe e ostentatore di morte. Ma l'ossessione per nascondere la sua formula magica, l'esilir della magia di pietra, portò Efisio a condurre una vita dedita al lavoro e alla ricerca.
Ciò che agli occhi degli altri scienziati sfuggiva, era che Efisio Marini cercava la perfezione nella pietra, la perfezione della sua stessa arte. Lo scienziato, l'uomo, lo sperimentatore cercava quotidianamente di raffinare il suo lavoro che era diventata la sua vita. I corpi dei cadaveri divenivano vere e proprie opere d'arte e nessun taglio o incisione doveva rovinare i loro magnifici corpi.
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