Die Party 3
Silvia Castellano
Trama: Lo scontro finale sta arrivando. Pronti a scoprirne la conclusione? Lyla non è più la ragazza un po’ asociale e diffidente di un tempo. La disavventura al Die Party e le sorprese inaspettate alla discoteca Top12 l’hanno provata, ma le hanno dato anche la motivazione giusta per arrivare a fondo della questione. Ora è intenzionata più che mai a fermare il nemico che minaccia lei e i suoi cari. Ma non è sola: al suo fianco ci sono sempre Alex, che crede in lei e la sostiene, e gli altri vecchi amici, in primis il suo migliore amico Jan, che sta imparando ad adattarsi al suo mondo, pieno di segreti e pericoli. A loro si aggiungono dei giovani mutaforma dalle abilità sorprendenti e nuovi alleati del tutto inaspettati. Nascosta nell’ombra, fa la sua comparsa anche lei: la pantera nera, che finalmente adesso ha un volto e un nome. È tempo di uscire allo scoperto e, per Lyla, di affrontare il passato che per troppo tempo le hanno taciuto. La verità è sempre più vicina, ma bisogna saperla distinguere dalle bugie…
- Ciao Silvia e grazie per aver accettato di partecipare a questa intervista su Il mondo di sopra.
Domanda a bruciapelo prima di addentrarci nel tuo nuovo romanzo Die Party. Quali aggettivi
useresti per descrivere la tua personalità?
Grazie a te! Dunque: sono una persona tranquilla, timida e sognatrice, a cui piace aiutare gli altri. Sono anche testarda e permalosa, e purtroppo mi agito facilmente se devo fare qualcosa di importante.
- Sono diversi i romanzi che hai scritto durante la tua carriera di scrittrice, come mai la scelta di creare
Die Party? A cosa ti sei ispirata?
In realtà non ne ho scritti poi tanti ;) Anzi, essendo piuttosto lenta, passano spesso alcuni anni tra la
pubblicazione di un libro e quella di un altro. Il mio cervello ha “partorito” Die Party parecchi anni
fa, dopo aver letto male il manifesto pubblicitario di una festa. Dopo poco mi è apparsa davanti la
scena finale del racconto (quella “wow”, per intenderci… non posso dire altro per non spoilerare).
Sapevo di voler raccontare la storia, prima o poi, ma non avevo mai il tempo, dovendo proseguire
con la stesura di altri romanzi. Nel 2017, finalmente, ho trovato l’occasione giusta per scriverla: la
Collana Starlight aveva indetto un concorso per racconti lunghi e la mia ultima fatica era in fase di
editing.
Non posso dire di essermi ispirata a qualcosa di specifico. Mi ricordo che volevo creare qualcosa di
originale, e credo di esserci riuscita abbastanza bene
- In Die Party volume tre, c’è un personaggio che ti rappresenta?
La risposta più scontata sarebbe Lyla, la protagonista. Abbiamo molte cose in comune, questo è
vero, per esempio entrambe non amiamo i party e siamo testarde come un mulo, però lei è tosta,
con un forte senso della giustizia e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno (a parte il suo
migliore amico, Jan, a cui non sa dire di no), mentre io, ahimè, non sono molto coraggiosa. È il tipo
di persona che mi piacerebbe essere, quello sì! Forse il personaggio che mi somiglia di più è in
realtà Nora, un nuovo personaggio di cui però non posso dire molto. È riflessiva, silenziosa e in
apparenza può sembrare fredda e sospettosa, ma, non appena riesci a conquistarla, si rivela molto
gentile e affettuosa.
- Quanto c’è di te nei personaggi creati?
Credo sia naturale mettere un po’ di sé in ciascuno dei personaggi, che sia una passione,
un’abitudine o un valore. Nel mio caso, tutti attribuiscono una grande importanza alla famiglia e
all’amicizia, che per me sono fondamentali.
- Come scrittrice quali sono i rischi nella scrittura di un romanzo così particolare? Hai mai avuto
paura che i lettori potessero non comprenderlo?
C’è sempre qualcuno che non apprezza o non capisce il tuo lavoro, è una cosa che devi tenere in
conto. Per me la sfida più grande è stata quella di creare l’intrigo principale e gestire le relative
conseguenze: ricostruire gli eventi del passato, collegarli in modo coerente a questioni presenti,
spiegare le motivazioni che hanno portato i vari personaggi a comportarsi come hanno fatto. Ho
dovuto gestire tante cose tutte insieme, con la paura di dimenticare qualcosa o di contraddirmi.
Spesso mi è capitato di leggere una scena a mia mamma o a un’amica per essere sicura che tutto
avesse senso con le vicende precedenti o successive.
- Lyla è un personaggio molto particolare e ha una formazione e un’evoluzione nella storia non
indifferente, è stato difficile scrivere la sua trasformazione? Per farlo ti sei aiutata con saggi
psicologici o altro?
Non è stato difficile, affatto, e non mi sono neanche affidata a saggi. Nella mia testa, Lyla esiste e
ha il suo carattere ben specifico. Sono riuscita a immedesimarmi bene in lei sin dall’inizio. In questo
terzo volume, più che negli altri due, mostra ai lettori la propria fragilità e racconta loro di alcuni
eventi dolorosi del suo passato. Mi è piaciuto vedere anche il suo lato insicuro.
- In Die Party troviamo il concetto di mutaforma, puoi spiegarci cos’è per te un mutaforma e la
realizzazione di queste creature?
Nel mondo di Die Party, i mutaforma sono umani in grado di trasformarsi in animali. Possono
cambiare forma quando desiderano, ma la maggior parte di loro può trasformarsi in un solo
animale; ognuno ha il suo. Altri, detti Multiwandler, dunque “multiforma”, possono invece
scegliere, in ogni momento, in quale animale trasformarsi. Si nasce mutaforma, non lo si diventa, e
questa abilità si manifesta circa a tre anni.
Ho fatto questa scelta un po’ particolare perché volevo una creatura fantasy usata poco, che
potessi modificare in base ai miei gusti e alle necessità della mia storia.
- Come lettrice, Silvia Castellano, che tipo di romanzi legge?
Principalmente romanzi fantasy, ma anche parecchi romance e classici della letteratura. Non
disdegno, comunque, anche altri generi.
- Mentre, come scrittrice, qual è il tuo autore e l’opera preferita?
A parte J.K. Rowling, che ha creato un mondo meraviglioso, mi piace moltissimo Marc Levy. Ho
adorato il suo Sette giorni per l’eternità, tanto che vorrei averlo scritto io. Un altro romanzo che mi
ha toccato molto è Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley.
- Ci racconti come è nato il tuo rapporto tra fantasy e scrittura?
Sono cresciuta a pane e Harry Potter, quindi l’amore per il fantasy ha caratterizzato tutta la mia
vita. Ogni storia che inventavo da bambina e adolescente, anche solo per divertimento, ricadeva in
quel genere. Mi piaceva l’idea di poter inventare anch’io il mio mondo magico personale. Quando
ho iniziato a scrivere, all’età di dodici/tredici anni, mi è risultato naturale fare lo stesso… ed eccoci
qui!
Grazie mille per la bella intervista! <3
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