Le novelle horror della
Nonna
Francesca Tibo
Trama: Nella superba foresta di Vallombrosa, una campagna selvaggia e misteriosa, che si estende in Toscana per centinaia e centinaia di chilometri quadrati ancora oggi quasi disabitati, c’è il monte Farneta. Lì, in una grande casa colonica, ogni domenica, nonna Regina ripopola i boschi e le strade casentinesi raccontando a figli, nuore e nipoti le vicende mozzafiato di personaggi fantastici. Principi e re, spade e armature, lupi mannari, fantasmi, vampiri, angeli e santi, streghe, zombie, diavolacci e buffi gatti stregati si muovono nella valle a colpi di maledizioni, sortilegi e tremende battaglie. Ogni tanto, lì arriva anche Belzebù. Per narrare di un mondo - esoterico, favolistico e religioso - di cui oramai si è perso il ricordo. Le Novelle Horror della Nonna assecondano l’immaginario dei grandi e dei piccini capaci di ammettere serenamente l’esistenza di un mondo misterioso, talvolta oscuro. Basta solo chiudere gli occhi e lasciarsi guidare.
Mi ero già persa tra le pagine di questa raccolta di racconti, innamorandomi perdutamente dello stile di scrittura dell'autrice e come non potevo non accettare questa grandiosa opportunità offerta dalla casa editrice, la Sàga Edizioni?
La c.e. ha dato modo a diverse blogger di analizzare una novella. Fortunatamente, sono riuscita a scegliere una che mi ha fatto più sorridere e pensare: il morto resuscitato, avendo poi la piena libertà di approfondire e assaporare il dietro le quinte di ogni racconto.
Nel folklore, il morto resuscitato viene indicato nella figura del morto vivente detto anche non morto che cammina. Una creatura mostruosa e grottesca, immaginata come uno zombie che, senz'anima, percorre di nuovo i sentieri sulla terra grazie al suo corpo ormai diventato cadavere.
Sia nella filmografia, sia nella narrativa, il morto vivente viene visto come una figura di uno spirito evocato dall'aldilà, divoratore di carne umana, nella maggior parte dei casi, ritornando in questa quasi vita, diviene consapevole della sua condizione non umana.
Per quanto riguarda, invece, la letteratura medica il morto resuscitato viene indicato nella Sindrome di Lazzaro, fenomeno, in realtà, non poi così raro.
La Sindrome di Lazzaro - che in realtà non c'entra nulla con la figura citata nella Bibbia - viene associata quando il cuore di un uomo, oramai deceduto, ritorna a battere spontaneamente dopo pochi minuti dalla dichiarazione del decesso.
Diversi studi, suddividono le conseguenze di questa situazione in due condizioni: la prima porta l'individuo morto resuscitato a morire qualche giorno dopo, l'altra condizione, invece, porta il morto resuscitato a ricominciare a vivere la propria vita.
Nell'esoterismo e nella magia tradizionale, il morto resuscitato viene identificato nella figura dello spirito evocato con la magia del voodoo che porta l'anima, di nuovo, nella dimensione terrestre, divenendo servitore di chi lo ha evocato per scopi, a volte, malevoli.
Un altro elemento chiave che può essere ricollegato alla novella Il morto resuscitato di Francesca Tibo, edito da Sàga Edizioni è la leggenda dell'araba fenice che, nonostante tutto, resuscita dalle proprie ceneri tornando a divenire la creatura meravigliosa che era.
Nell'interpretazione dei sogni, il morto resuscitato è collegato al numero 18 e rappresenta la realizzazione di progetti per il futuro.
Nella cartomanzia, la figura del morto resuscitato può essere collegata all'arcano della morte e alla sua necessità, voglia e decisione di cambiamento. Questa carta non rappresenta una morte fisica ma spirituale. Vecchie situazioni, vecchie abitudini che si trasformano, divenendo qualcosa di nuovo. L'arcano maggiore della morte sembra indicare il messaggio che è possibile trovare all'interno della novella il morto resuscitato:
Qualcosa deve morire per poter rinascere
La novella Il morto resuscitato, oltre alla particolarità e al rispetto dell'autrice per quella che è la tradizione italiana, porta a riflettere su quanto si debba lasciare adesso in vita, che sia un segno o un semplice atto materiale, e goderne i propri frutti, continuando poi a lasciare andare.
Francesca Tibo rappresenta la vittoria sulla morte; il bisogno di provocare, lanciando botte silenziose ma di un certo peso.
Commenta il post
Posta un commento
Se hai letto l'articolo lascia pure un messaggio, un'impronta del tuo passaggio. Dedicami qualche minuto così da raccontarmi le tue opinioni; mi fa piacere confrontarmi e leggere i commenti di nuovi lettori. Gli estranei sono amici che non abbiamo ancora incontrato... Grazie per essere passato e Il Mondo Di Sopra esplorato.